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Conferenza Movimento club Pannella
Appignanesi Remo - 2 gennaio 1995
REFERENDUM SANITA' E TUTELA DEL MALATO

Cari conferenzieri,

innanzitutto un augurio di un buon anno (di lavoro!)

Intendo inserire nella conferenza da questo momento i verbali delle riunioni del Club P-R "per lo

Stato di diritto" che ha sede a Macerata.

Se qualche agoriano, piu' o meno pannelliano, vorra' inviarmi qualche consiglio sull'uso di Agora'

(conferenze più interessanti, ecc.), gliene saro' grato!

Al di fuori della stretta attualita' politica, mi sto interessando della tutela del cittadino malato.

Il malato e' un cittadino in una situazione obiettiva di inferiorita' rispetto a chi lo assiste, non solo

per la condizione psicologica determinata dalla malattia, ma anche per la mancanza assoluta di

preparazione che lo rendono incapace di giudicare gli interventi che subisce (a scuola, tanto per

dare le colpe alla scuola, ci insegnano il ciclo dell'acqua ma non il ciclo mestruale!).

Il malato quindi e' un consumatore doppiamente indifeso!

Che garanzie ha di ricevere dal medico il miglior trattamento disponibile?

Uno studio inglese ha evidenziato come tra la dimostrazione scientifica di validita' di un certo

trattamento e la sua applicazione diffusa passavano due o tre anni: questo equivale a diversi

decessi!

Il medico ha ricevuto dallo Stato il monopolio della salute dei cittadini (esistendo il reato di esercizio abusivo della professione medica) attraverso una laurea ed un esame di abilitazione (che e' quasi impossibile non passare) ed un astratto obbligo di aggiornamento affidato alle industrie farmaceutiche. L'esercizio delle funzioni disciplinari e' affidato all'Ordine professionale (e se nel Pianeta delle scimmie "scimmia non uccide scimmia" immaginate tra medici!).

Attendere che anche nel nostro Paese si raggiungano elevati indici di litigiosita' medico-paziente

non appare essere una soluzione (specie con i tempi della nostra giustizia e la giurisprudenza

attuale), anche perche' quando si arriva alla causa di risarcimento il danno e' fatto!

Con il referendum si affidera' al mercato l'offerta dei servizi sanitari, anche questo e' un buon

motivo per collegare alla campagna referendaria una risposta al problema della tutela del malato.

Attualmente la legge e la giurisprudenza sono costruite essenzialmente a misura del medico. La

medicina non e' piu', in gran parte, un'arte ed e' quindi ora di rivedere la legislazione in tema di

responsabilita' medica.

Non bastano le Carte per i diritti dei malati, che restano astratte dichiarazioni di principio, ma sono

necessari precisi meccanismi di controllo.

Ad esempio: definire con chiarezza l'obbligo del medico a mettere nero su bianco ipotesi

diagnostiche, terapie effettuate motivando le ragioni delle proprie scelte sulla cartella clinica,

magari su un modello unificato a livello nazionale (provate a leggere una cartella clinica oggi ...) ed

estendendo l'obbligo anche ai medici di base.

Gia' questo rappresenterebbe un buon deterrente: per motivare le proprie scelte il medico sarebbe

obbligato ad aggiornarsi! Perche' non immaginare una magistratura ed una ispettorato della sanita'

che valutino e giudichino l'operato medico. Rischiare un'ispezione, una verifica delle cartelle

cliniche, il dover rispondere del proprio operato, ci libererebbe innazitutto degli incapaci (oggi

ampiamente tutelati, visto che medici si resta vita natural durante!). Oggi molte funzioni di controllo sono affidate alle Direzioni sanitarie, una struttura interna alla stessa USL: e' come affidare i controlli fiscali di una azienda ad un dipartimento della stessa azienda!

Concludendo: il medico non puo' piu' essere considerato un artista della vita altrui.

Remo Appignenesi

PS: Vorrei segnalare un libro di Bettino Craxi:"Il caso C." - Supplemento al n. 2 del 1994 di

CRITICA SOCIALE - lire 5.000. Verrebbe da chiedere a Craxi cosa pensa adesso della legge

Vassalli sulla responsabilita' del giudice.

 
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