Ho ascoltato le battute finali del consiglio generale e l'appello di Rita Bernardini e , commissari del movimento.
Mi spiace, ma non posso essere d'accordo; non ora, non in questo momento.
Forse la Segreteria vede le cose con gli occhi rivolti solo a Roma o alle metropoli, peccato!
Se volgeste lo sguardo anche in periferia vi accorgereste di un fatto nuovo, importante e dirompente.
In molte realtà proprio i club Pannella possono costituire il punto di riferimento e di raccordo con altre realtà politiche; non perchè noi si sia portatori di chissà quale verità, ma perchè sono i nostri militanti quelli che, più di altri, sono disponibili a sobbarcarsi l'impegno militante dell'organizzazione dei tavoli, del volantinaggio, della proposta politica innovativa.
Così, lentamente, il movimento acquisisce una leadership forse non visibile, non riconosciuta, ma reale e concreta.
Ora, penso che a tutti noi poco importi delle medaglie al valore, dei riconoscimenti pubblici, preme molto più che vengano fatte le cose per le quali ci battiamo e nelle quali crediamo.
Bene, oggi possiamo farlo, il grado di accettabilità, di credibilità di accettazione dei Club, almeno nelle realtà che conosco, sono elevatissime;
persone lontane da noi mi chiedono dove possono firmare per i referendum, per bloccare il ribaltone..
Proprio ora vogliamo fermarci?
Se anche la Corte Costituzionale ci rifiutasse i referendum, il Presidente Scalfaro agevolasse un governo del ribaltone, anche se tutto dovesse andare (apparentemente) male, bene, nessuna cosa giustificherebbe questo, perchè più il Potere, il Palazzo, ci è contro, più l'elettorato è dalla nostra parte.
Prviamo piuttosto a pensare a come organizzare i comitati elettorali, ad accordarci per presentare un unico simbolo che, da Nord a Sud, sia sull'uninominale che al proporzionale identifichi il polo che , oggi, ora, in questo preciso frangente politico si propone unito per una riforma liberale, democratico, libertario, federalista, presidenzialista e per una riforma anglosassone.
Solo così potremo essere credibili e testimoni del nostro pensiero.
Fermarsi ora equivale al suicidio politico: siete proprio sicuri che l'eutanasia sia la soluzione migliore?
Io no; la morte non mi spaventa, la considero solo la porta di passaggio ad un altro stadio di evoluzione, ma, nel mondo terreno, il suicidio politico porta solo ad una cosa: al nulla!
Ed il nulla non mi piace.
Riccardo Gandolfi