Notte fonda a palazzo.Il Grande Capo era una persona della vecchia
guardia politica, emersa dalle macerie della guerra. Tuttavia,
rispetto a tanti suoi colleghi impastoiatisi in azioni indecorose
o illecite, il Grande Capo aveva conservato una onestà
cristallina, abbarbicandosi (nel mezzo dello sfacelo generale)
alla sua fede religiosa, forse con un pizzico di ostentazione più
del necessario. Ora, nemmeno quella gli era d'aiuto nel risolversi
a prendere una decisione definitiva in merito alla crisi di
governo. Il Cavaliere ed i suoi uomini da una parte, compatti come
una falange...aveva provato a sondare qua e là tra le fila, ma
niente da fare. Dall'altra parte quel suo vecchio amico-nemico che
con affettuosa ironia soleva chiamare "Il Diavolo": nemico
indispensabile alla sopravvivenza del partito dal quale proveniva
il Grande Capo stesso. Qualunque cosa avesse deciso, il Grande
Capo non sarebbe sfuggito all'accusa di aver fatto una scelta
"politica", cioè di favorire una fazione a scapito dell'altra.
Pur non essendo un giurista di prim'ordine, il Grande Capo si
rendeva conto che quella Costituzione che aveva servito per 45
anni era del tutto inadeguata a trarlo d'impaccio. I
"padri" avevano fatto un buon lavoro, ma non potevano prevedere
tutto. Con rammarico il Grande Capo ripassava l'inventario delle
questioni che i "padri" nemmeno lontanamente avevano immaginato:
la caduta del Muro; il debito pubblico; la pressione fiscale; il
consociativismo; tangentopoli e soprattutto la esasperazione della
gente e il disprezzo e la diffidenza verso le istituzioni. Ora,
che cosa volevano il Cavaliere e il Diavolo ? Che lui, un uomo
tranquillo, si prendesse la briga di sbrogliare la matassa
ingarbugliata lasciatagli in eredità dalla vecchia costituente ?
E accidenti anche a me, pensava, ed a quando ho dato ascolto a
quel mio amico libertario di Teramo che mi ha voluto far eleggere
a tutti i costi. Fossi restato tranquillo tra i banchi del
parlamento ! Oggi mi godrei una buona pensione e invece sto qui a
combattere con la Costituzione, la crisi e...anche questo
maledetto raffreddore ! Sì, perchè da qualche giorno il Grande
Capo era ammalato. Una febbre fastidiosa, congiunta ad un
persistente disturbo gastrico. Un virus, diceva il medico, di
quelli che i bambini li mette la sera a letto con 39 e poi, la
mattina dopo, sono di nuovo arzilli e cresciuti di mezzo
centimetro..ma con i vecchi il virus non scherza.
Quella notte, tra il Cavaliere e il Diavolo l'ebbe vinta la Morte.
Si presentò verso le 3, prese il Grande Capo per mano,
gentilmente, e lo condusse via, verso un paese lontano nel quale
erano già ad attenderlo diversi personaggi illustri e meno
illustri, tra i quali anche due tesorieri di partito, scomparsi
alla vigilia di importanti decisioni giudiziarie che li
riguardavano. Il Grande Capo si rammaricò un poco, ma poi fu
contento. Finalmente, la patata bollente della crisi passava in
altre mani.
La morte del Grande Capo fu il classico imprevisto che sconvolse i
piani di tutti, buoni e cattivi. Non c'era più nessuno per
sciogliere il Parlamento e nessuno per dare un incarico. Secondo
la Costituzione, le funzioni del Grande Capo furono prese dal
Nostromo Seniore. Ma siccome quello era un uomo del
Cavaliere, il Diavolo ed i suoi insorsero minacciando fuoco e
fiamme se si azzardava a sciogliere le camere o a dare incarichi
di governo a chicchessia. Il Cavaliere chiese l'autopsia del
Grande Capo, insinuando che la morte non fosse casuale. Ma si
oppose il vicepresidente dell'Antibluff, dicendo che il corpo
andava cremato immediatamente e senza diretta TV. La Corte
Assoluta sospese l'esame delle iniziative popolari, perchè il
presidente, Allodola, scaduto dal suo mandato non poteva essere
nominato se non da un nuovo Grande Capo. Il Parlamento d'altra
parte, non riusciva ad accordarsi su un nuovo Grande capo,
proprio come non si era potuto accordare per mesi su nulla di
concreto. Nel frattempo la moneta andò a picco, l'esercito si
sciolse, la polizia si frammentò in otto sindacati diversi,
diverse località turistiche si proclamarono indipendenti, i
tribunali istituirono sezioni politiche accanto a quelle civili e
penali, molti animali domestici presero la cittadinanza straniera,
cominciarono a mancare di nuovo gli spiccioli come negli anni 70,
e quando alla fine scoppio' la guerra civile, a tutti sembrò
come quelle piogge d'agosto in città, che ti inzuppano ben bene e
ti infreddoliscono, ma che almeno spazzano via la polvere e
ripuliscono le strade dalla merda di cane che ci si è accumulata.
--- MMMR v3.50unr