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Conferenza Movimento club Pannella
Salvidio Ascanio - 8 gennaio 1995
Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo

Notte fonda a palazzo.Il Grande Capo era una persona della vecchia

guardia politica, emersa dalle macerie della guerra. Tuttavia,

rispetto a tanti suoi colleghi impastoiatisi in azioni indecorose

o illecite, il Grande Capo aveva conservato una onestà

cristallina, abbarbicandosi (nel mezzo dello sfacelo generale)

alla sua fede religiosa, forse con un pizzico di ostentazione più

del necessario. Ora, nemmeno quella gli era d'aiuto nel risolversi

a prendere una decisione definitiva in merito alla crisi di

governo. Il Cavaliere ed i suoi uomini da una parte, compatti come

una falange...aveva provato a sondare qua e là tra le fila, ma

niente da fare. Dall'altra parte quel suo vecchio amico-nemico che

con affettuosa ironia soleva chiamare "Il Diavolo": nemico

indispensabile alla sopravvivenza del partito dal quale proveniva

il Grande Capo stesso. Qualunque cosa avesse deciso, il Grande

Capo non sarebbe sfuggito all'accusa di aver fatto una scelta

"politica", cioè di favorire una fazione a scapito dell'altra.

Pur non essendo un giurista di prim'ordine, il Grande Capo si

rendeva conto che quella Costituzione che aveva servito per 45

anni era del tutto inadeguata a trarlo d'impaccio. I

"padri" avevano fatto un buon lavoro, ma non potevano prevedere

tutto. Con rammarico il Grande Capo ripassava l'inventario delle

questioni che i "padri" nemmeno lontanamente avevano immaginato:

la caduta del Muro; il debito pubblico; la pressione fiscale; il

consociativismo; tangentopoli e soprattutto la esasperazione della

gente e il disprezzo e la diffidenza verso le istituzioni. Ora,

che cosa volevano il Cavaliere e il Diavolo ? Che lui, un uomo

tranquillo, si prendesse la briga di sbrogliare la matassa

ingarbugliata lasciatagli in eredità dalla vecchia costituente ?

E accidenti anche a me, pensava, ed a quando ho dato ascolto a

quel mio amico libertario di Teramo che mi ha voluto far eleggere

a tutti i costi. Fossi restato tranquillo tra i banchi del

parlamento ! Oggi mi godrei una buona pensione e invece sto qui a

combattere con la Costituzione, la crisi e...anche questo

maledetto raffreddore ! Sì, perchè da qualche giorno il Grande

Capo era ammalato. Una febbre fastidiosa, congiunta ad un

persistente disturbo gastrico. Un virus, diceva il medico, di

quelli che i bambini li mette la sera a letto con 39 e poi, la

mattina dopo, sono di nuovo arzilli e cresciuti di mezzo

centimetro..ma con i vecchi il virus non scherza.

Quella notte, tra il Cavaliere e il Diavolo l'ebbe vinta la Morte.

Si presentò verso le 3, prese il Grande Capo per mano,

gentilmente, e lo condusse via, verso un paese lontano nel quale

erano già ad attenderlo diversi personaggi illustri e meno

illustri, tra i quali anche due tesorieri di partito, scomparsi

alla vigilia di importanti decisioni giudiziarie che li

riguardavano. Il Grande Capo si rammaricò un poco, ma poi fu

contento. Finalmente, la patata bollente della crisi passava in

altre mani.

La morte del Grande Capo fu il classico imprevisto che sconvolse i

piani di tutti, buoni e cattivi. Non c'era più nessuno per

sciogliere il Parlamento e nessuno per dare un incarico. Secondo

la Costituzione, le funzioni del Grande Capo furono prese dal

Nostromo Seniore. Ma siccome quello era un uomo del

Cavaliere, il Diavolo ed i suoi insorsero minacciando fuoco e

fiamme se si azzardava a sciogliere le camere o a dare incarichi

di governo a chicchessia. Il Cavaliere chiese l'autopsia del

Grande Capo, insinuando che la morte non fosse casuale. Ma si

oppose il vicepresidente dell'Antibluff, dicendo che il corpo

andava cremato immediatamente e senza diretta TV. La Corte

Assoluta sospese l'esame delle iniziative popolari, perchè il

presidente, Allodola, scaduto dal suo mandato non poteva essere

nominato se non da un nuovo Grande Capo. Il Parlamento d'altra

parte, non riusciva ad accordarsi su un nuovo Grande capo,

proprio come non si era potuto accordare per mesi su nulla di

concreto. Nel frattempo la moneta andò a picco, l'esercito si

sciolse, la polizia si frammentò in otto sindacati diversi,

diverse località turistiche si proclamarono indipendenti, i

tribunali istituirono sezioni politiche accanto a quelle civili e

penali, molti animali domestici presero la cittadinanza straniera,

cominciarono a mancare di nuovo gli spiccioli come negli anni 70,

e quando alla fine scoppio' la guerra civile, a tutti sembrò

come quelle piogge d'agosto in città, che ti inzuppano ben bene e

ti infreddoliscono, ma che almeno spazzano via la polvere e

ripuliscono le strade dalla merda di cane che ci si è accumulata.

--- MMMR v3.50unr

 
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