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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 11 gennaio 1995
REFERENDUM E CRISI: PANNELLA
Roma 11 gennaio 1995

Quella che segue è la trascrizione della conferenza stampa che Marco Pannella ha tenuto questa mattina al camper che sosta davanti al Quirinale.

1) "Sono qui per dire poche cose, temo a memoria futura. Non so se in questi minuti colui che è per funzioni garante estremo del diritto positivo e dei diritti dei cittadini, ascolterà , anzichè procedere frastornato dal coro stonato che sembra turbarne la capacità di riflessione e di ascolto. Coro che temo sia divenuto anche interiore al Presidente.

2) Perche' "a memoria futura"? Anche da lavori scientifici (Rodotà..) da molti anni si è indicata nella Corte una possibile iattura per il paese. Se crediamo al Sole 24 ore, la Corte si appresta ora a negare ai cittadini di pronunciarsi sulla riforma elettorale, sulla struttura che ha prodotto la mala sanità. Son qui per dire poche cose sul rilancio terrorizzante di queste ore della partitocrazia, e sull'obbligo dei lavoratori di avere delle trattenute parafiscali per sindacati a tal punto arroganti da dettare ufficialmente soluzioni politiche, fino a proporre la candidatura di Cossiga ed in modo subalterno la più sterile delle candidature, Prodi.

3) Se è vero che dalla Corte tutti i referendum a valenza politica sono impediti, contro la Costituzione che prevede che la Corte debba accompagnare il diritto dei cittadini ai referendum (esclude solo fisco e trattati), tutti i referendum non graditi che rompono con autoconservazione degli averi, la responsabilità del Presidente della Repubblica è estrema.

4) Nella storia è frequente che solo dal meglio possa arrivare il peggio: tuttora sono convinto che Scalfaro sia il migliore Presidente possibile, ma proprio da lui può arrivare il peggio attraverso un reato di omissione e non di azione. Un Presidente che omette davanti a patente ferita mortale a quel che residua di Costituzione e diritto nel nostro paese può passare a memoria futura come colui che ha inferto la peggiore delle ferite, la meno sanabile.

5) E' un appello di parola che viene da noi smuniti di potere, e il digiuno che si conduce sta a simboleggiare la nostra fame di diritto.

Penso che nelle prossime ore simboleggeremo anche la nostra sete di diritto e giustizia augurandoci di rompere questo abisso di chiasso che sembra assordare il Presidente Scalfaro e di raggiungere il Presidente della Repubblica perchè compia in extremis i suoi doveri e obblighi.

6) Ricordiamo al Presidente della Repubblica che il ricorso ai super partes è ormai uso maccheronico e tragico di destino italiota: nelle grandi democrazie nessuno è al di sopra delle parti. Non si ricorre a qualcuno che non abbia il coraggio di costituirsi in parte. Quello di Prodi, dopo Cossiga!, è innanzitutto il nome simbolo attraverso cui il Parlamento ignobilmente partitocratico stabilì l'esistenza scientifica dello spiritismo: Prodi passerà alla storia come colui che ha dichiarato - e il Parlamento ha accettato! - che da una seduta spiritica giunse l'avviso che poteva salvare la vita di Moro e che fu non a caso ignorato o sabotato.

7) Da quando, da parte del Polo delle Libertà e del Buon Governo, si è rinunciato a scegliere la riforma e ci si è appiattiti su vecchi riflessi delle destre, si è raggiunto il destino di sinistre e centri: il nulla. E questo è simboleggiato dai veti che, come riformatori, abbiamo subito da questa maggioranza per sette mesi.

8) Berlusconi bis perchè? E' l'unico oggi che potrebbe consentire perfino quella riforma che aborriamo, una maggioranza che dia quelle abominevoli riforme che si chiamano doppio turno e assemblea costituente. Senza Berlusconi nemmeno questo è possibile.

Ma, per noi, Berlusconi resta ancora libero di scegliere rivoluzione liberale, riforma liberale e liberista di cui i super partes non potrebbero essere capaci. Siamo qui e, Presidente Scalfaro tu forse non lo saprai, a simboleggiare la nostra speranza di diritto e di giustizia nella speranza che prenda corpo attraverso le parole della Corte. Boni viri e mala bestia.

L'Italia si divide ancora tra chi ha troppi averi da difendere e chi non li ha e quindi è libero di riformare.

Alcuni di noi nelle prossime ore simboleggeranno la sete, non solamente la fame, di diritto e anche di ascolto da parte del presidente Scalfaro."

 
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