Un dubbio. Su cosa si fonda il fatto che la Corte Costituzionale debba decidere dell'ammissibilità di quesiti referendari DOPO la raccolta delle firme? E' solo una prassi o ha la propria giustificazione nella legge?
Se fosse solo per prassi nulla ostacolerebbe che l'approvazione da parte della Consulta avvenisse PRIMA della raccolta delle firme e rimarrebbe così il solo controllo di validità delle stesse da parte della Cassazione.
Credo che in tal modo si eviterebbe la politicizzazione delle decisioni della Corte, il suo dover "toglier le castagne dal fuoco" a qualcuno come ricordava Livio Paladin in un fondo di ieri sul Messaggero.
La decisione di ammissibilità insomma non sarebbe più legata alla contingenza politica, ma avrebbe come unico referente la Costituzione, e sarebbe ora. Inoltre si eviterebbe di raccogliere firme inutili e di far sentire inutili i cittadini italiani.