A titolo del tutto personale, mi permetto di rivolgervi un invito alla riflessione, da semplice cittadino preoccupato dalla barato nel quale rischia di cadere la situazione italiana.
Ben comprendo le ragioni che inducono il polo a dire No, forte e chiaro ad un governo che, piu' che di tecnici, sembra infarcito di burocrati, anche di basso profilo e, soprattutto, con alla base una sorta di precisa volonta' di pulizia etnica.
Non altra giustificazione sembra aver dettato la scelta di sostituire il ministro ed onorevole Tremonti con il prof. Fantozzi; molto probabilmente si e' voluto punire l'onorevole Tremonti del suo Tradimento, dato che certo non se ne possono discutere le qualita'.
Non solo, il pericolo principale e' quello di rendere accettabile, ai cittadini italiani, il fatto che al governo della nazione siano chiamati non coloro che sono stati democraticamente eletti, ma coloro che sono arrivati ai vertici dello stato, dei dicasteri, delle commissioni e dei tribunali non per mandato politico, ma per carriera, per aver vinto concorsi pubblici dei quali tutti conoscono i meriti ed i vincoli, le disfunzioni, il peso delle raccomandazioni politiche e non.
Se si dovesse affermare questo principio, una volta caro alla destra corporativa ed ai fautori della polis platonica, aristocratica e, quindi antidemocratica, potremmo abdicare alla democrazia parlamentare per affermare il principio che al governo della res publica devono andare non gli eletti dal popolo ma i vincitori di concorsi per titoli ed esami.
Questo e' un pericolo e per questo condivido l'opposizione del Polo.
Ma altri pericoli sovrastano la nostra democrazia, non solo economici, ma anche istituzionali, prefigurandosi uno scontro dagli esiti incerti, ma sicuramente infausti per tutti noi.
Se Marco Pannella ha raccomandato moderazione, certo avra' le sue motivazioni; da parte mia vorrei che a questa moderazione, comunque, venisse riconosciuto un premio: se veramente sono sinceri i richiami al senso di responsabilita' che dal presidente Scalfaro a Buttiglione fino a D'Alema e Bertinotti vengono rivolti al Polo, allora che questi signori sottoscrivano un patto preciso.
Si accetti il governo Dini per portare avanti una manovra finanziaria tampone che non preveda terapie eutanasistiche alla Bertinotti, si accetti pure di lasciare in vita questo parlamento, ma si ponga mano, immediatamente, ad una legge di riforma dell'art. 138 della Costituzione prevedendo la possibilita' di convocare un'assemblea costituente, la si approvi a maggioranza dei 2/3 per evitare rischi di referendum, si convochi immediatamente queta assemblea, si vada a votare entro un anno, dopo che si sara' definitivanmente e radicalmente mutata sia la costituzione che la legge elettorale.
Si dia la possibilita' a questo popolo bue di decidere almeno sulla forma di stato, di rappresentativita' e di democrazia che vuole, se proprio non si vuole che ora e subito decida da quale maggioranza politica voglia essere governato.
Se il governo di tregua deve essere tale, che operi in tal senso, ritorniamo pure ai fasti del consociativismo, ma facciamo in modo che sia l'ultima volta e che il popolo italiano possa finalmente liberamente decidere sul nuovo patto sociale.
Chi e' sincero non puo' che accettare questa contropartita al sacrificio degli interessi del Polo e dei suoi elettori; se questo non fosse accettato, allora sarebbe definitivamente e chiaramente palese che quello che e' stato portato avanti non e' altro che un colpo di mano del Palazzo del Potere.
Riccardo Gandolfi