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Partito Radicale Rita - 20 gennaio 1995
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APPELLO AI GIUDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE

La decisione della Corte Costituzionale sui referendum è stata in realtà una gravissima decisione "politica".

La Corte ha infatti deciso di eliminare molti referendum, contraddicendo il proprio ruolo di garanzia dei diritti politici dei cittadini ed una parte consistente della sua stessa giurisprudenza (come è stato inequivocabilmente documentato dai promotori dei referendum).

E' stato, quindi, "fatto fuori" il referendum come strumento di confronto politico, come scadenza democratica attorno a cui costruire le ipotesi di riforma istituzionale, economica e sociale.

Noi riteniamo che la Consulta, con le sue sentenze sui referendum, ha stravolto la Costituzione (che con l'articolo 75 sancisce il diritto del cittadino al referendum) riservandosi un compito di interpretazione e valutazione, del tutto improprio e non previsto, a tutela degli equilibri politici del Paese.

Questa Corte Costituzionale è, inoltre, espressione di un sistema politico che fortunatamente non esiste più: del sistema partitocratico; del sistema politico eletto con la proporzionale; del sistema politico che, contro la legge e la Costituzione, è responsabile della bancarotta istituzionale, politica ed economica della Repubblica.

Noi crediamo che, per consentire e secondare il passaggio ad una veramente nuova fase della vita politica del Paese (la "Seconda Repubblica"), sia necessario richiedere a questi giudici costituzionali un atto di coraggio civile ed istituzionale, di cui i cittadini italiani sarebbero loro estremamente grati: le dimissioni, rimettendo il mandato al Presidente della Repubblica, al Parlamento ed alle supreme magistrature ordinarie ed amministrative.

Consentano che il rinnovamento, di cui l'Italia ha urgente bisogno, giunga sino ad un organo che, come la Consulta, è ai vertici massimi del sistema costituzionale.

Le loro dimissioni non "ripagherebbero" certo i cittadini dello scippo dei referendum; un simile gesto di consapevolezza e generosità politica alimenterebbe però, anche nell'imminenza di una nuova campagna referendaria che ci apprestiamo ad organizzare, la speranza di rendere possibile per il prossimo futuro ciò che fino ad oggi è stato negato.

DIFENDIAMO CON I REFERENDM I REFERENDM SCIPPATI - DIFENDIAMO I DIRITTI DEL POPOLO SOVRANO

 
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