Roma, 20 Gennaio 1995
"Ho incaricato i miei legali di denunciare per calunnia aggravata il parlamentare progressista che - in mancanza d'altro - ha trovato cosi' il modo di farsi conoscere da qualcuno.
Le mie critiche al Capo dello Stato sono gravissime: legittime, rispettose, sempre io ripetendo che solo da un grande Presidente possono venirci tanto gravi errori, che solamente dai migliori si possono temere - se sbagliano - le peggiori sciagure. Discutendo degli atti - da laico - mai offendendo la funzione e la persona. Dubito che il progressista suddetto potrebbe, anche volendolo, onorare la funzione di un Presidente e la persona di Scalfaro quanto io con i miei attacchi.
Altro discorso per i miei "insulti" alla Corte costituzionale. Ho piu' volte, e da diversi anni, pubblicamente, in comizi ed intervennti televisivi, auspicato che in qualche modo dovessi rispondere dinanzi alla Giustizia di quegli attacchi. Sarebbe quel processo alla Corte di regime, alla "grande Cupola della mafiosita' partitocratica", che non eravamo riusciti ad ottenere quando definitivamo la DC, il PCI, il partitino del suddetto parlamentare "denunciante" come associazione di stampo mafioso, nel loro insieme, contro la Costituzione, contro le leggi e contro i codici.
Il parlamentare suddetto, sia detto per finire, avrebbe fatto meglio a denunciare la sistematica violazione della legalita' statuaria, dell'amministrazione e del finanziamento di quel Partito, che grazie a cio', lo aveva portato nel Parlamento repubblicano. Ma la vocazione del "pulito" gli e' ora venuta in vista delle elezioni che - naturalmente - non vuole".