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Conferenza Movimento club Pannella
Cusano Giannino - 21 gennaio 1995
Ecco il testo dell'appello su cui si raccolgono firme a Potenza:

APPELLO AI GIUDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Cittadini-Giudici della Corte Costituzionale,

noi sottoscritti, nella convinzione che il sistema dei partiti e il modo in cui si forma e si nega il consenso elettorale vada alla radice ridisegnato assieme a tutte le regole economiche e di potere che gravano sulla nostra esistenza quotidiana, ci siamo confrontati più volte su questi temi con referendum, fornendo oltre l'80% di SI al passaggio dal sistema proporzionale al maggioritario. Ciò non fu del tutto recepito dalle Camere e si ripropose la necessità di tornare a referendum anzitutto in materia elettorale, avendo fiducia che il Parlamento, benchè largamente ipotecato dal sistema dei partiti, avrebbe saputo legiferare e rispettare la nostra volontà di avere (o meno) regole elettorali che meglio ci consentano di controllare gli eletti.

Con la Vostra ultima sentenza avete legittimato il vecchio sistema dei Partiti e al contempo dichiarato sfiducia nel Parlamento e nella sua capacità di legiferare: esso va pungolato e incoraggiato dal voto referendario a non restare nelle secche tra prima e seconda Repubblica, a decidersi, a scegliere senza mezze misure che danneggiano anzitutto noi cittadini comuni. Avete deciso che il circuito virtuoso instauratosi coi referendum "Segni" tra cittadini elettori e Camere in materia elettorale oggi sarebbe circuito vizioso e che in fatto di pubblicità Rai, di assistenza Sanitaria e di altre delicatissime materie che ci riguardano direttamente, noi non possiamo esprimerci: avete scelto un impossibile equilibrio, tutto di Palazzo, tra vecchio che muore e nuovo non ancora nato.

Non ci convincono nè comprendiamo le Vostre ragioni, se non inquadrandole nella vecchia logica partitica nel cui ambito la più parte di Voi è stata nominata; siamo, anzi, e ci sentiamo lontanissimi dal Vostro operato, nello spirito della stessa Costituzione che ci unisce: la nostra Costituzione, non solo quella dei tecnici e degli iniziati. Noi siamo gente, non massa, e ci sentiamo in dovere di invitarvi a prendere atto che questo distacco è divenuto ormai abissale: riteniamo un bene per il Paese che, avendo Voi liberamente scelto di confermare una prassi decennale di interdizione referendaria, motivata politicamente, traiate le conseguenze di questa scelta rimettendo il Vostro mandato. Intendiamo fermamente tornare ai referendum, soprattutto elettorali: Vi siamo grati per il lavoro svolto, ma non possiamo non vedere in questo gesto, che altrettanto fermamente Vi chiediamo, una presa d'atto da parte Vostra che se un distacco avete colmato con questi Partiti, uno incolmabile aperto con i cittadini. Auspichi

amo una nuova Corte: che difenda anzitutto la Costituzione della gente.

 
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