Roma, 1 febbraio 1995
"Al contrario dell'ammutinamento del Baounty, ho l'impressione che alla Rai-Tv siano impazziti gli ufficiali, non il comandante.
Non si e' visto in nessuna parte al mondo che si subordini la collaborazione o le proprie prestazioni professionali alla estromissione di un Consiglio d'Ammistrazione e della Direzione di una Azienda. Dov'erano questi integerrimi professionisti quando in RAI-TV vigeva il regime partitocratico senza limiti e senza controlli, quando si compiva quotidianamente da parte di ogni testata lottizzata un attentato ai diritti civili e politici dei cittadini (reato che una magistratura complice non ha mai contestato), quando organizzavamo da soli il rifiuto del pagamento del canone, con relativa autodenuncia, di oltre ventimila utenti, e fornivamo i dati e le prove dell'esistenza di un servizio di regime contro i doveri del servizio pubblico?
Chi sono i conduttori degli unici spazi politici di dibattito e di intervento, se non i Santoro, i Barbato, i Chiambretti, e, in Fininvest, i Costanzo, i Funari, i Mentana? A parte il solo Cecchi-Paone del quale sarebbe difficile comprendere private propensioni politiche o di cosca, e' solamente pensabili di liquidare come "di parte", cioe' di parte destra, questi giornalisti?
E chi puo' sostenere che TG1 e TG2 sono di parte, e TG3 obiettivo?
E chi si occupa della consegna di TMC alla piu' idologicamente caratterizzata delle informazioni, di stampo comunista, da parte della Montedison e di Mediobanca?
Dov'erano gli eserciti democratici di TG2 quando questa testata costituita la piu' ripugnante delle testate di regime, tecnicamente fallimentare. Prima di area soprattutto comunista, e poi soialista, poi progressista?
Badaloni dice che occorre "restituire" alla RAI-TV il carattere di servizio pubblico. Ma e' pazzo, visto che non ha mai emesso un sia pur fiebile sospiro finora, fino alla venuta di Berlusconi in politica?
La "serata" di Santoro di giovedi' prossimo (Scalfari, Mieli, Mentana, Costanzo, messi da una parte, e Tajani e Storace dall'altra, a parte Ambra e non so chi altri) sembra proprio una provocazione, ennesima, per denunciare le "interferenze" di questo o di quello. La curiale arroganza, la melassata ipocrisia della gestione dello spettacolo si fonderanno su uno script- come al solito - di partigiana settarieta'.
Siamo, dunque, all'assalto finale dell'esercito del regime partitocratico, dell'USIGRAI, contro ogni rischio di democrazia e di trasparenza, di lealta' informativa e di dibattito reale.
Altro, Signor Presidente della Repubblica, e signori Presidenti delle Camere, che "par condicio"!.