Mentre Scalfaro e Berlusconi si scontravano sull'incarico di
governo, scrissi una storiella per questa conferenza nella quale
raccontavo della morte improvvisa di un Grande Capo, indeciso
sino all'ultimo sulla persona cui conferire il fatidico
mandato. La morte risolveva i problemi del Capo, e faceva piombare
il paese nel caos.
L'Espresso del 10 febbraio 1995, pag. 60, "propone" a Scalfaro
di dimettersi improvvisamente per impedire che il Polo riesca a
portare il paese alle urne. L'articolo, a firma T.M. (sicuramente
Todo Modo), si intitola "E se Scalfaro si dimette ? L'arma segreta
del Quirinale". Leggiamone il clou:".....se Lamberto Dini fosse
costretto ad arrendersi, il Capo dello Stato potrebbe addirittura
decidere di dimettersi....Le elezioni slitterebbero, e
soprattutto, il Parlamento chiamato a eleggere il nuovo capo
dello stato sarebbe quello attuale dove il Polo non ha la
maggioranza. In più concorrerebbero alle elezioni anche i
rappresentanti dei consigli regionali...."
La cosa divertente dell'articolo del "Signor Todo Modo" è che esso
dimostra come pur di evitare le urne, la cordata
editorial-partitica di Scalfari e D'Alema non esiti a suggerire in
maniera anche abbastanza sfacciata al Capo dello Stato di farsi da
parte. Il messaggio, infatti, è chiaro: Scalfaro, bada bene che se
ti azzardi a sciogliere le Camere noi ti facciamo dimettere prima
! Quando un gruppo di potere ragiona in termini spregiudicati, allora
vien fatto di chiedersi se le battute di Marco Pannella su
"P2-P38-PScalfari" siano solo tali, oppure se davvero non ci sia
nell'aria la voglia di una operazione di chirurgia politica che
ammazzi il malato (l'Italia) pur di evitare in tutti i modi che
guarisca prima.
--- MMMR v3.50unr