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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 15 febbraio 1995
U N U O M O S E R E N O, U N A P P E L L O D R A M M A T I C O

Credo che Marco Pannella sia un uomo sereno. Lungo un'intera vita ha indicato, a noi e a quanti hanno avuto occhi e mente aperta, una strada, una strada possibile, per obiettivi di intelligenza delle cose e della politica, e per obiettivi di libertà. Non ha, probabilmente, più nulla da mostrare e da dimostrare a nessuno, tanto meno a sé stesso. Del resto, da sempre (da quando lo conosco) afferma che l'innocenza è della maturità e della tarda età, non della gioventù.

L'ho sentito, poco fa, appellarsi agli ascoltatori di radio radicale, sonnambuli e ansiosi, perché in molti vengano al Congresso dei Club che si aprirà il 16 all'Ergife. Lo ha fatto anche con un gridare teso e un po' roco, che non so bene se sia lo stesso appello con il quale, molti anni fa, sollecitò i tardi e i pigri a firmare per una delle campagne referendarie allora in corso. Quest'uomo ha avuto ancora la forza, il coraggio, la innocenza, di appellarsi, gridando, alle coscienze e alle incoscienze di qualche ascoltatore meno ignavo. Tra i mille massmedia in funzione permanente effettiva, i loro imbonitori con audience incorporata, i piazzisti di sondaggi e gli ospiti fissi di rubriche-soffietto, la voce di Marco è suonata sconcertante, patetica, desueta. E' mai possibile affidarsi ancora ad una voce, per di più roca e usurata?

Marco è, lo penso proprio, un uomo sereno. Non ha nulla da mostrare e da dimostrare. Può, con innocenza, spendersi così, facendo appello ad un pugno di coscienze ignave o tarde. Non altro che un gesto semplice e singolare: come, se si può accostare cose tanto diverse, un Cristo che frusta i mercanti per cacciarli dal Tempio. Esemplarità di un gesto di per sé irrisorio, ma drammaticamente felice, sereno, finale.

La storia è fatta da politologi e utilitaristi a tempo pieno. Non metteranno mai in conto gesti come questi, li abbandoneranno, senza nemmeno uno sguardo curioso, ai margini della strada.

Penso che dovremo ascoltarlo bene, quel grido di rimprovero, ed essere in molti, il 16, all'Ergife.

 
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