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Conferenza Movimento club Pannella
Colombo Emilio - 16 febbraio 1995
Costituzione: conservarla non basta

di Gustavo Zagrebelsky

(La Stampa, giovedí 16 febbraio 1995)

Sotto l'urgenza delle scadenze politiche, i problemi costituzionali sono passati in secondo piano. Ma se la riforma della legge elettorale regionale, in discussione in questi giorni alla Camera, doveva dare il via a un confronto serio sulle regole, non si può proprio dire che l'occasione sia stata colta. Eppure, la ripresa di una vita costituzionale ordinata richiede -piaccia o non piaccia- un periodo di riforme. La posizione conservatrice -lasciar le cose come stanno per timore del peggio- è una forte tentazione ma non regge per tre ragioni.

Prima: la logica maggioritaria porta a trasformare il confronto politico in uno scontro a due, o di qua o di là. L'intera architettura dei pesi e contrappesi costituzionali è stata concepita per un sistema proporzionale in cui ciascuna parte era garanzia di se stessa. Ma essa è insufficiente oggi, quando il sistema elettorale permette la formazione di maggioranze parlamentari molto larghe. Con le attuali regole, le opposizioni potranno essere messe facilmente a tacere; gli organi di garanzia e controllo (il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, la magistratura e il suo Consiglio Superiore) cadranno in mano alla maggioranza per essere ad essa omologati; dove la Costituzione opporrà ancora ostacoli, la si cambierà facilmente. Si corre insomma un rischio inizialmente sottovalutato: che la vittoria elettorale di una parte comporti lo schiacciamento dell'altra. Poiché la democrazia come sistema delle libertà, prima che garantire il potere della maggioranza -per riconoscere il quale non occorre es

sere democratici- deve proteggere le minoranze, ci accorgiamo del pericolo incombente.

Seconda: la competizione politica si svolge ormai largamente in modi un tempo sconosciuti. La personalizzazione, la somma nelle stesse mani di poteri economici, ideologici e politici, l'uso intensivo, spregiudicato e talora fraudolento dei mezzi di comunicazione e di rilevazione di massa in funzione di propaganda e la correlativa riduzione dell'informazione, la semplificazione e la banalizzazione delle tematiche, eccetera, sono tutti caratteri nuovi della politica. La Costituzione tace in proposito, pur essendo evidente l'incidenza eccezionale di queste nuove forme politiche sulla vita collettiva. La loro "costituzionalizzazione" è la nuova frontiera della Costituzione. Se essa non riuscirà a sottrarle all'arbitrio dei poteri privati e a metterle sotto un controllo pubblico, si ridurrà a un reperto archeologico e la deriva populistico-plebiscitaria, alimentata dalla forza incontrollata della tecnologia, continuerà incontrastata.

Terza: compito della Costituzione democratica è integrare in un quadro di regole e principi condivisi il maggior numero possibile di forze politiche e sociali. La realizzazione di questo compito è a sua volta condizione di vitalità della Costituzione. In ciò, finora, il patto costituzionale del 1948 ha avuto successo. La pacificazione sociale e politica è stata per lungo tempo garantita dal compromesso costituzionale: un compromesso,aggiungo, inevitabile finché si sia e si voglia restare in democrazia. Ora, però, proprio quando la democrazia sembra aver conquistato i suoi ultimi nemici, si avanzano nuove esigenze costituzionali, come il federalismo e il presidenzialismo. Questi temi di certo nascondono insidie. La questione è di sapere se le forze proponenti intendono illegittimamente scardinare la Costituzione e imporre un nuovo regime, il loro; oppure se legittimamente chiedono una nuova intesa per l'allargamento del compromesso costituzionale. In ogni caso non si può far finta di nulla, come se la Costitu

zione fosse l'affare solo di alcuni. Si aprirebbe uno scontro tra un partito della vecchia e un partito della nuova Costituzione e sarebbe uno scontro distruttivo poiché un popolo non può richiamarsi contemporaneamente a due Costituzioni diverse.

Garanzia delle minoranze, difesa dal plebiscitarismo e estensione del patto costituzionale: ecco le tre emergenze della Costituzione. Sarà molto diverso se i partiti che si preparano alle prossime elezioni si scambieranno solo accuse, per impressionare il pubblico e rincorrere cosí voti "contro"; oppure avanzeranno progetti, per promuovere una maturazione e cercare consensi "a favore" di una ragionevole politica della Costituzione.

 
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