Di Giuseppe Garibaldi amo ricordare, nel nome di Bettino Craxi (ullalà, proprio lui!), un aneddoto curioso e alquanto significativo: il grande Generale diceva, a proposito del suo repubblicanesimo, che differiva da quello mazziniano, in quanto egli era socialista. Mi sia consentito dire che più della Lega, Marco Pannella, il Cesare, ha avuto ed ha ora con Silvio Berlusconi mantenuto una linea Socialista. Sui palchi di tutta Italia, e a Roma con lo stesso Fini, il suo essere parte del polo delle libertà differisce da quello di chiunque essendo il Riformatore Pannella Marco, anche socialista. Due referendum in materia di aborto la dicono lunga in proposito come anche i frequenti richiami all'antiproibizionismo sulle droghe. Addosserei a Berlusconi la colpa (ma forse è solo un limite suo in quanto fatto di carne ed ossa anche lui, checchè ne dicano i conservatori) di aver interpretato solo una parte di socialismo, trascurando appunto le questioni sui diritti civili. Il deputato Berlusconi, del resto, non è un p

olitico, sebbene questa affermazione si riduca ad un sacrosanto paradosso linguistico. Credo, invece, che il comportamento di Bobo Maroni, dopo le vicende che lo hanno visto "perdente e stravincente" al congresso della Lega, sia da prendere ad esempio per la rinascita delle speranze socialiste nell'unione dei riformatori. Agli italiani, infatti, potrebbe, garibaldinianamente dire: "Il mio federalismo, il mio liberalismo differiscono da quelli di Bossi essendo io Riformatore" e rivolgendosi ai Riformatori: "Ciò che di me resta, disponete!". Sarebbe un'ottima candidatura, anche se, secondo il parere di qualche bravo jazz-man della Capitale, suona poco bene il sax.

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