SILVIO E' SOLO ESASPERATOIntervista tratta da "La Stampa" - 5.3.95 - pag. 5
di Maria Teresa Meli
ROMA - "Votare contro la manovra significa tagliarsi i c...
Questa è disperazione, non è politica. Eravamo riusciti a
spaccare pure il sindacato, e ora invece consegnamo Dini
nelle mani di D'Alema". E' un sabato mattina a tinte fosche,
questo per Marco Pannella: è infuriato con i suoi colleghi
del Polo. Nel pomeriggio, il leader radicale è più calmo, ma
non per questo meno determinato a dissuadere Silvio
Berlusconi.
D. Onorevole Pannella, perché lei si fida di Dini, mentre il
Cavaliere sospetta di lui?
"Secondo me, fino a prova contraria Dini è una persona
assolutamente leale: l'ho sentito con le mie orecchie dire
che è intenzionato a dare dimissioni irrevocabili una volta
mandata in porto la riforma delle pensioni. E sottolineo
irrevocabili 110 volte. E poi l'ho sentito al Senato mentre
spegava che avrebbe presentato quel provvedimento entro il
15 marzo. Ma non lo si è voluto ascoltare con attenzione.
Non si è voluto tentare di andare avanti nella direzione
giusta, seppur di qualche millimetro, ora dopo ora. Invece
sono mesi che continuiamo a volere tutto e subito
ottenendo...niente".
D. Ma secondo lei, perché il Cavaliere ha preso questa
decisione da ultima spiaggia?
"Io credo che lui sia umanamente e comprensibilmente
esasperato. Berlusconi non ha vissuto come noi, per 30-40
anni, la ferocia mortificante e desolante della politica dei
paertiti italiani. E poi faccio un esempio: il primo
comunista italiano giunt al governo nel nostro Paese,
restando totalmente fedele alla sua visione disperata della
politica e alla disperata fede nel potere, Giuliano Ferrara,
tenta di funzionare così come altri da ispiratore-esecutore
delle quotidiane scelte del principe. E temo che Ferrara,
un'altra volta - ci fu anche quella di Craxi - stia dando
una mano alla disgrazia di chi pur sinceramente vuol
servire".
D. Anche Fini, all'assemblea di An, ha sparato a zero contro
Dini e la sua manovra.
"Sì e mi sgomenta non poco questo suo calzare gli stivaloni
forattiniani: sembra il ventriloquo del proprio passato".
D. E adesso lei cercherà di far cambiare idea a Berlusconi?
"Dialogherò con lui da mane a sera e nutro grande fiducia
nella possibilità di intendermi con lui".
D. Quindi lei non ha "tradito" Berlusconi.
"Veramente l'ho sentito anche oggi perché il 13 marzo
presenteremo insieme la candidatura di Giovanni Negri a
Padova. Sa, Berlusconi già con la scelta di Emma Bonino per
Bruxelles dimostrò di voler sdoganare quella storia radicale
che, molto di più di quella postfascista, il regime intende
soffocare. Già, i dissensi pur gravi che ogni tanto abbiamo
sono nulla rispetto allo sgomento che provo di fronte alle
migliori manifestazioni dell'etnia progressista".
D. Ossia?
"Mi riferisco, per esempio, a quel Prodi che a furia di
"irizzare" ha "irizzato" anche se stesso".
D. Tornando ad uno degli "oggetti" del contendere, le
pensioni: c'è chi sostiene che un governo dei tecnici non
dovrebbe contrattare la manovra con i sindacati.
"La cosa ha dell'incredibile: un governo provvisorio di soli
tecnici dovrebbe avere la capacità di fare quello che
l'esecutivo Berlusconi non è riuscito a fare. E' evidente
che Dini può tentare solo di fare la più decorosa delle
riformette. E' chiaro che invece le grandi riforme sono il
frutto di drammatici conflitti sociali e politici. Ma qui in
Italia sono in molti ad essere prigionieri dell'ideologia
del "consenso sociale", che purtroppo sembra essere divenuto
un dogma da Costituzione materiale anche per chi è l'aedo di
quella Costituzione scritta che nella pratica attuale
continua ad essere un vero e proprio colabrodo".
D. A proposito della Costituzione, come giudica
l'atteggiamento di Scalfaro che è stato criticato dal Polo?
"Mi sembra che ci sia il rischio di una riproposizione degli
atteggiamenti del grande Pertini e di Cossiga, e non proprio
per il meglio di quello che hanno rappresentato".
D. Un'ultima domanda: secondo lei tutti i deputati
riformatori la seguiranno e voteranno sì alla manovra?
"Mi sembra che i deputati da noi eletti condividano questa
impostazione. Ciò non significa che vogliamo tradire
Berlusconi, anche se, a determinate condizioni, potremmo
decidere di formare un terzo polo riformatore, dove
potrebbero confluire anche alcuni progressisti".
--- MMMR v3.60unr