Strali al vertice regionale del movimento nel meeting di
Club
IL GREGGE IN RIVOLTA
La base pretende democrazia interna e regole certe
- Articolo tratto da "Il Gazzettino" - 6.3.95 pag. 17 -
di Flavio Vidoni
Forza Italia è come una chiesa: c'è una casta sacerdotale
che detiene ogni potere decisionale, composta dai
parlamentari e dai coordinatori nominati dall'alto e ci sono
i fedeli, i club, cui spetta solo il compito di credere,
obbedire e combattere, come si diceva...in quel tempo. Ora,
una bella fetta di questi fedeli si è stancata di fare la
parte del gregge. Vuole partecipare attivamente alle scelte
del movimento con le sue idee, le sue proposte, vuole
democrazia, non oligarchia, chiede regole certe in cui
riconoscersi.
Lo hanno detto a chiare lettere, ieri mattina, un centinaio
di delegati di numerosi club della Regione riuniti al
Ridotto del Verdi. E sulla casta imperante in Regione non
sono mancati gli strali. LUISA ANTONELLO, fondatrice del
primo Club di F.I. a Spilimbergo, ha esclamato: "Cassini
(delegato di collegio a Pordenone, ndr) deve rispondere
delle figuracce fatte fare a Forza Italia a Spilimbergo
prima e a Zoppola poi. Forza Italia è forza vincente - ha
aggiunto - e invece perde a causa di questi personaggi". Gli
ha fatto eco PIERO ABATE, di San Giovanni al Natisone:
"L'on. Molinaro ha legittimato come candidato sindaco una
persona che politicamente il club ritiene avversario
politico, appoggiata da ex socialisti, gente con avviso di
garanzia o già rinviata a giudizio". Ma la ciliegina sulla
torta l'ha messa l'udinese DIEGO VOLPE PASINI: "Signori - ha
affermato - a determinare la linea di Forza Italia in
Regione sono Saro, Cisilino, Biasutti e Agrusti, che operano
a stretto contatto di gomito con il nostro coordinatore sen.
Romoli". Insomma, una bella doccia per i vertici regionali
di Forza Italia.
"Non sarà corretto parlare così degli assenti - ha detto
l'avv. ANTONIO PEDICINI che ha presieduto il convegno - ma
erano stati invitati tutti a partecipare". Invece, non solo
non erano presenti, ma avevano addirittura diffidato il
Comitato promotore a organizzare il meeting.
Regole e democrazia interna, ecco dunque ciò che chiedono i
club di Forza Italia. "Il movimento non deve solo pensare a
vincere le elezioni - ha detto l'avv. Pedicini - altrimenti
diventa un patrimonio da spendere nelle trattative con i
partiti. Forza Italia è più di uno spot televisivo, è
l'ansia degli italiani". E ha aggiunto: "Dopo le elezioni
del 27 marzo si è consumato il più grave delitto nei
confronti dell'idea originale di Forza Italia: ci siamo
fatti sopraffare dalle metodologie dei vecchi partiti. Non
basta non avere tessere per non essere partito: è la vecchia
logica che va buttata nella spazzatura. Noi non vogliamo un
partito, ma un movimento in continua evoluzione, che sappia
cogliere le istanze sociali ed elaborarle in progetto
politico".
Le critiche più sentite, comunque, hanno riguardato la
conduzione del movimento in Regione. "Qui siamo troppo
lonatni da un vero spirito liberaldemocratico" ha detto
l'udinese CORRADO ANDREOTTI, ammonendo che "sono sempre in
agguato i comitati d'affari, anche in Forza Italia". Sulla
sua falsariga l'intervento del pordenonese DINO OLIVOTTO:
"Dobbiamo evitare il trasformismo e il riciclaggio di vecchi
metodi e di vecchi marpioni - ha detto - come pure il
verticismo e l'autoritarismo nelle decisioni. I Club Forza
Italia devono poter partecipare alla formazione dei
programmi e delle scelte politiche, indire primarie per i
candidati da proporre ai vertici, essere presenti con
delegati nell'organigramma politico". E a proposito di
candidati, secondo Volpe Pasini "è positivo che i presidenti
di Club vogliano candidarsi, non altrettanto se si
appiattiscono sulle idee di chi comanda per arrivare al
potere".
Insomma, gli attivisti dei Club non intendono portare il
cervello all'ammasso. "Vogliono addormentare le nostre
coscienze - ha denunciato infatti ORLANDO SCIAN, del club di
Cordenons - mentre noi vogliamo che i club diventino un
momento reale di partecipazione. Niente più deleghe in
bianco" ha ammonito.
All'incontro pordenonese, che tra il pubblico ha visto anche
un interessatissimo Alfredo Pasini, sindaco leghista di
Pordenone, ha portato il saluto anche ALDO CHIRICO,
coordinatore del collegio di Levico Terme, il quale ha
suggerito di esportare l'iniziativa del meeting a livello
interregionale.
Ma poichè presto si andrà alle urne, cosa ne pensano i club
dissidenti nei confronti dei vertici? "Se non ci faranno
partecipi delle scelte - ha detto ALDO CREVATIN
(Roveredo-San Quirino) - non farò campagna elettorale per
Forza Italia" e, circa le collocazioni politiche "non
vogliamo essere appiattiti - ha detto Scian di Cordenons -
su indicazione di altre forze politiche, anche se alleate".
Un chiaro riferimento al Polo Cassini-Contento.
Il meeting si è concluso con il voto unanime di un ordine
del giorno che invita Romoli a chiedere le dimissioni dei
delegati di collegio e ad affiancare ai dimissionati un
comitato rappresentativo della pluralità dei clubs e a dare
rappresentanza in seno alla direzione regionale al Comitato
promotore.
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