"Ciao Silvio, io sto con Dini"
Intervista tratta da "La Repubblica" - 7.3.95 - p. 4
di Barbara Palombelli
ROMA - "Alla fine la verità è semplice: Silvio mi sopporta.
gli altri no...".
L'ascensore sta per chiudersi. C'è il tempo per l'ultima
confessione. Marco Pannella lavora da sempre all'ultimo
piano del palazzo dei gruppi parlamentari, in una stanzetta
che somiglia a una mansarda sui tetti. Quando il fiume delle
sue parole incomincia a scorere, è ancora giorno. Quando
finisce, spunta già la luna su piazza Montecitorio. "Sono
almeno dieci anni che Repubblica non mi intervista"
assicura (mi sembra proprio impossibile, se lo dice lui...,
ndr) "dunque, devo ricominciare dal 1982, devo fare un
riassunto delle puntate precedenti. Perché voglio dimostrare
la mia totale, assoluta, paranoica coerenza. Di
liberale-libertario. Marcello Crivellini, già nel 1982,
parlava di rientro del deficit pubblico con un taglio del 7%
sulle spese, e ce l'avremmo fatta, allora... Ricordo che
votai la manovra di Giuliano Amato, che proposi io per primo
Craloo Azeglio Ciampi come presidente del Consiglio, che
avrei voluto un Ciampi bis, con me e Segni dentro, mentre
tutti speravano in un occhetto primo e si svegliarono con
Silvio Berlusconi a palazzo chigi".
D. Come mai hai scelto di votare la manovra di Lamberto
Dini, mentre Berlusconi...
"Prima di tutto, il contratto con Berlusconi è scaduto il 31
dicembre".
D. Quale contratto?
"Quando ci sarà il prossimo governo, porremo le nostre
condizioni e poi sceglieremo, come abbiamo fatto sempre.
Intanto, c'è Dini. La mattina in cui il Polo ha deciso di
dire no alla manovra, io non ero a Roma. Ho chiamato Silvio
e gli ho detto: dobbiamo abbracciare Dini, non facciamo
stronzate... E lui a me: Ma no, Marco, abbiamo informazioni
ineccepibili: Dini ci sta segando... Io non mi davo pace,
gli ho chiesto: e se attorno a noi avessimo dei provocatori?
Stai attento, Silvio. E' stato fatto un errore, ma non è
escluso che si trovi un rimedio: io sto provando a
salvarlo..."
D. Per riconoscenza?
"Perché resto lucido. E vedo i fatti politici con un certo
anticipo. Giuliano e Cesare (Ferrara e Previti, ndr)
spingono Silvio alla guerra, allo scontro, il loro consiglio
è sempre l'attacco... Ma non è questo il momento di
attaccare. Anzi. Devo convincere Silvio a considerare
Lamberto come il suo Uno-bis..."
D. Come che?
"Come il suo alter ego. La verità è che a Berlusconi gli
fanno credere che Dini è un traditore, e non è vero.
Lamberto non si dà pace, è incredulo. Mi dice: "Ma silvio
non ce la può avere con me...". Dini è l'unico che può darci
sei mesi thatcheriani, che servono per impostare la riforma
dello Stato. E comunque, anche se si votasse il prossimo 18
giugno, Dini continuerebbe a governare l'ordinaria
amministrazione almeno fino al prossimo ferragosto. Quando
io dico queste cose, loro (parla dei capi del polo con un
filo di giustificata supponenza, ndr) si arrabbiano. Ma i
tempi sono questi: il Parlamento si convoca venti giorni
dopo il voto, mettiamo l'8 luglio, aggiungi venti giorni per
costituire i gruppi ed eleggere i presidenti delle
assemblee: le consultazioni potrebbero iniziare il 28
luglio. E il nuovo governo potrebbe avere la fiducia il 15
agosto".
D. Meglio sostenere Dini?
"Se cade questa maggiornaza chi potrebbe arrivare? Uno
Scognamiglio con cui si rischierebbe la scissione di Forza
Italia o un Cossiga che, Dio solo sa dove potrebbe
portarci... Senza contare che i mercati risentiranno
moltissimo anche dello scontro elettorale per le
regionali... E senza contare che il 9 aprile ci sarà il
minitest elettorale di Padova, dove corre Giovanni Negri, e
che entro il 10 Scalfaro dovrà indire i referendum...".
D. Dicono che Berlusconi non volgia proprio i referndum. In
particolare, quello sugli spot pubblicitari nei film.
"Balle. Le domande di Pilo sono poste male e i sondaggi sono
alterati. Se io chiedo: preferisci il film senza
interruzioni, la risposta è chiara. Ma se chiedo: meglio il
film con lo spot o niente film, allora...".
D. Lo conosce da tanto?
"Mi ricordo di una volta ad Arcore, ero al 40· giorno di
digiuno e lui mi aiutò, facendomi invitare al Drive in.
Raggiungemmo subito i 10 mila iscritti al Partito Radicale.
Sono entrato nella sua squadra perché da una parte c'erano
tutti i poteri, da Cuccia in giù, fino ai sindacati, alle
banche. E dall'altra, niente: il tutto contro il niente, e
io dove potevo stare?".
D. Ha abbandonato la sinistra...
"Mi hanno espulso loro, mi hanno trattato come un appestato.
D'Alema è un intollerante, abitato dall'intolleranza.
Berlusconi è un seduttore, un tollerante...".
D. Negli ultimi giorni, non sembra.
"Vi posso assicurare che non è un uomo pericoloso. Non è un
autoritario, non è un fascista. Reagisce ai tradimenti come
fanno le brave persone. E' un uomo qualunque, come fu
Truman, che era un bottegaio arrivato alla Casa Bianca".
D. E di Fini che pensa?
"E' un bravo ragazzo, ci vogliamo anche bene. Sa governare
il successo, non so se saprà governare i momenti di
difficoltà. In questi giorni ha rimesso gli stivali di
Forattini".
D. Un giudizio su Romano Prodi.
"Esprime la falsa saggezza della storia. E' l'unico volto
possibile della conservazione di tutto. Per non scontentare
i suoi elettori, avrebbe due strade: portare il debito
pubblico a tre milioni di miliardi, o dare un giro di vite
autoritario. E' da lì che potrebbe arrivare la svolta
autoritaria, non da Silvio... Sarà stato un anno incasinato,
ma chi può negare che sia stato l'anno più libero da 80 anni
a questa parte?".
--- MMMR v3.60unr