Roma, 9 Marzo 1995
"Urge che il Presidente del Consiglio si renda forse ancora piu' conto delle responsabilità politiche non delegabili e non oscurabili che gli sono pienamente proprie, secondo Costituzione: egli è il responsabile del Governo, responsabile politico del Governo politico del Paese.
Occorre che il Presidente Dini tragga le conseguenze dalla esperienza fin qui fatta, in parte imprevedibile: se non si scelgono elezioni al più presto, magari anche prima di giugno, non v'è alcuna certezza nè sul Governo che governerà fino ad Agosto, nè su chi e quanto governerà per un quinqennio l'Italia.
Egli ha compiuto, nei giorni scorsi, alcuni arretramenti anzichè passi avanti. Glielo diciamo con fiducia e con volontà d'amicizia. Ma non è più possibile non considerare che la manovra, di per se, diventa una illusoria, necessaria ma assolutamente insufficiente risposta alla situazione economica quale è oggi determinata dalla situazione politica.
Non vorremo che anche lui trovasse nei pretesi comportamenti della Presidenza della Repubblica, involontariamente, alibi per non assumersi le responsabilità politiche che la Costituzione e la ragionevolezza, oggi, assegnano esclusivamente, e non solamente in primo luogo, a lui. Noi andremo avanti, in questi giorni, nella solitudine che è conseguenza della involuzione della lotta politica ed istituzionale italiana. E il comportamento vergognoso tenuto stamane dal PDS e, purtroppo anche da Rifondazione Comunista, con l'agguato contro il Riformatore Paolo Vigevano, e l'apoltronamento di uno di loro, per marginale che l'episodio appaia, mi determina invece a dire che con costoro, dall'arroganza e dalla protervia partitocratiche senza precedenti, non v'è che da lottare fino in fondo".