Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 20 apr. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 15 marzo 1995
VESPA CONFESSA PANNELLA
Roma 8 marzo 1994

Pannella si confessa. Nel bel mezzo della tempesta politica e alla vigilia del voto decisivo alla Camera, Bruno Vespa raccoglie il Marco-pensiero che spazia su tutti gli argomenti di stretta attualita', dalla manovra alle elezioni, da Dini a Scalfaro, da Berlusconi a Fini, dalle alleanze alle previsioni sul futuro. E' la prima di una serie di grandi interviste realizzate dalle firme piuÆ autorevoli del carlino ai personaggi piu' significativi della politica, dellÆeconomia e della cultura. Pannella dunque ribadisce il si alla manovra Dini " perchè - dice - sono 12 anni che lottiamo per aggredire il debito pubblico". Spiega che Berlusconi non ha uno spirito autoritario e che "certi suggerimenti gli arrivano da chi risolve nello scontro la difficoltà del confronto". Difende Scalfaro affermando che "abbiamo bisogno di lui" e che "certi suoi atteggiamenti non sono determinati dalla paura del dopo". Polemizza con Fini affermando che "quando dice che il presidente del Consiglio è il ventriloquo di D'Alema, a

me viene da dirgli che lui è il ventriloquo del suo passato". E' sicuro che Berlusconi finirà per vincere i referendum sugli spot televisivi ed è particolarmente stimolato dal referendum che prevede la decadenza della trattenuta obbligatoria per i sindacati. PANNELLA: "IO, SILVIO, DINI E GLI ALTRI" BRUNO VESPA FACCIA A FACCIA CON IL LEADER DEI RIFORMATORI TORNATO ALLA RIBALTA. VOTO LA MANOVRA, COSI COME HO FATTO CON QUELLE DI AMATO E CIAMPI, MA NON LASCIO BERLUSCONI". Adesso il gioco diventa di fioretto. L'annuncio di Dini di chiudere il discorso sulle pensioni entro la fine di aprile e di dimettersi soltanto in quel momento mi pare inadeguato. Lo dirò stamattina, mercoledi, ai miei amici del Polo nel vertice che ho chiesto per fare una riflessione comune. Ho sempre sostenuto che noi Riformatori voteremo a favore della manovra perchè abbiamo votato anche quelle di Amato e di Ciampi e perchè sono 12 anni che lottiamo per aggredire il debito pubblico. Ma anche Dini qualche passo in avanti deve farlo. D'acc

ordo, fa bene a sentire i sindacati, non può stracciare l'accordo fatto da loro col governo Berlusconi. Ma avrebbe potuto dire benissimo: voglio la delega, prendo atto che i miei interlocutori non la gradiscono allora entro il 15 di marzo me ne vado, sia che il parlamento l'approvi, che non l'approvi. Adesso Dini parla della fine di Aprile. E' tardi. Da un punto di vista tecnico si farebbe ancora in tempo a votare il 18 o il 25 giugno. Ma mi pare una data a rischio. Credo che Dini debba chiudere con il suo mandato non oltre la metà del mese prossimo."E' in forma Marco Pannella, rientrato a pieno titolo nel giro politico che conta, interlocutore attento e riservato ("hai mai letto una indiscrezione?") del presidente del consiglio, del capo dello Stato e di Berlusconi. "Silvio ha paura di perdere i referendum sugli spot televisivi che interrompono i film invece li vincerà. Immagina cosa succederaÆ quando scenderanno in piazza Costanzo e Mike Bongiono, Fiorello e Gianfranco Funari, Ambra e la Cuccarini e tutte

le star della Fininvest a dire alla gente che l'alternativa non è tra l'interruzione del film con gli spot e la visione del film senza interruzione. Che l'alternativa è tra vederli e non vederli, tra avere anche le televisioni private e avere solo la RAI...". E' in forma Pannella e apre sulla timida primavera romana la finestra del suo microscopico studiolo che sta al sesto piano del palazzo dei gruppi parlamentari alla Camera. Dieci metri quadrati con vista sui tetti più belli di Roma sulla cupola di San Pietro. Ha scelto questa stanza vicina agli uffici di Forza Italia? "Macchè, ce l'ho dal 76 e me l'hanno lasciata anche adesso che sono parlamentare europeo. Ma la veduta più bella non eÆ questa. Ce l'hanno gli altri. Anzi, ce l'aveva Capanna. naturalmente...Naturalmente. Quando parla dei suoi compagni della sinistra, Pannella tira fuori dalle sue Gauloise boccate di autentico piacere.Sai qual'e' uno dei meriti di Berlusconi? No, non lo sdoganamento della destra. E' lo sdoganamento di quello che la sini

stra giacobina e perbenista non ha mai accettato di sdoganare: il pidocchio. Chi e' il pidocchio? Ma sono io il pidocchio...Io il pidocchio che stava con Ignazio Silone quando era proibito, quando veniva additato come un agente della CIA...Ma lasciamo perdere. Berlusconi e' ostato capace di abbattere un tabu' che durava da decennio.Il pidocchio e il cavaliere vengono da universi lontani. Riguardo un vecchio disegno schizzato da Giorgio Forattini dopo le elezioni dellÆ80. Pannella eÆ un fantasma enorme che terrorizza Berlinguer e Piccoli segretari dei partiti dominanti. Uno eÆ morto da quasi undici anni, lÆaltro eÆ in pensione da tempo. Che faceva nellÆ80 Berlusconi? Palazzi, tanti bei palazzi e cominciava a giocare con le televisioni commerciali. Chi lÆavrebbe detto che il Grande Pidocchio quindici anni dopo avrebbe goduta la pienezza della sua maturitaÆ politica e avrebbe portato per mano, novello Virgilio, lo stupito cavaliere a spasso per i meandri infidi della politica romana?Che cosa mi unisce a Silvi

o Credo che conoscendomi poco a poco si ritrovi nelle vecchie abitudini comuni anche se io sono piuÆ vecchio di lui ormai quasi da una decina di anni. certi gusti ormai fuori moda, la conoscenza del francese al posto dellÆinglese, la scoperta di aver frequentato entrambi un buon liceo classico. Ricordo quando andai a trovarlo ad Arcore nellÆ86. Dovevamo raggiungere il traguardo dei diecimila iscritti. Avevo fatto una quarantina di giorni di sciopero della fame e le quote non decollavano. Allora chiamai Berlusconi e gli chiesi di darmi una mano. Lui e Confalonieri furono molto gentili ma mi dissero subito che non avevano contenitori giornalistici. Non mi arresi. ôqualÆeÆ la vostra trasmissione piuÆ forte?ö , chiesi, ô beh, forse Drive inö. ôAllora vado laö I due mi guardarono con molto imbarazzo. ôMa eÆ una trasmissione un poÆ cosiÆ, cÆeÆ un mucchio di cosce...ö Andai e fu un trionfoöLa simpatia di Pannella per Berlusconi, il suo istinto protettivo per il Cavaliere sono evidenti.ôCome si fa a chiamarlo ôdic

iannovistaö? Ma lo sanno cosa significa ôdiciannovistaö ? Significa Squadrista. No, Silvio, ha tutti i limiti del seduttore, ma non ha fatto uno spirito autoritario. Manifesta ancora le insicurezze di chi non eÆ perfettamente padrone del mestiere, eÆ tributario dei suggerimenti che gli arrivano. E certi suggerimenti gli arrivano da chi risolve nello scontro la difficoltaÆ del confronto: se al mattino i Ferrara e i Previti gli dicono di sparare lui sparaö.EÆ a questi ôcattivi consiglieriö che Pannella rimprovera lÆattuale ostilitaÆ del Polo al governo Dini.Noi invece voteremo si anche se siamo quattro gatti (cinque deputati e due senatori). Voteremo si percheÆ eÆ dallÆinizio degli anni 80 che predichiamo un rientro del deficit del sette per cento allÆanno e non veniamo ascoltati. Predichiamo di aggredire il deficit invece di contenerlo. Abbiamo votato la finanziaria dura di Amato e il Pds votoÆ contro. Abbiamo votato la finanziaria di Ciampi e il Pds si lascioÆ convincere solo lÆantivigilia di Natale. te li

raccomando questi. Prima ritirano i loro ministri in 24 ore, poi vogliono approfittare del governo Ciampi per farsi le loro riformette istituzionali, invece di badare ai provvedimenti finanziari durissimi. Noi andavamo da Scalfaro a ricordare che Ciampi era stato messo liÆ per salvare la lira. Noi volevamo il Ciampi bis, un governo che mettesse dentro me e Mariotto Segni. E sai qualÆeÆ stato uno dei problemi? Che un governo con Pannella sarebbe diventato, chessoÆ, Ciampi-Pannella o prima ancora, Goria-Pannella. Insomma questo Pannella sarebbe stato sempre ingombrante. Io dunque volevo il Ciampi bis, per fare il thatcherismo di sinistra. Ma il Pds non accettoÆ. Loro avevano ormai in testa lÆOcchetto uno. E qui Scalfaro anticipoÆ di un paio di settimane lo scioglimento delle Camere...öQuando parla del Capo dello Stato, Pannella si fa prudente. Il fiume di parole diventa un torrentello e lÆocchio dellÆintervistato scruta il taccuino dellÆintervistatore.ôTemo che Scalfaro abbia perso quel distacco e quella

coerente, severa serenitaÆ che in lui eÆ essenziale. EÆ come se guardasse se stesso riflesso psicologicamente allÆinterno dello scontro politico. LÆaccanimento rischia di avvitarlo. EÆ giaÆ accaduto quando noi volevamo il Ciampi due e il Pds era sicuro di avere in tasca lÆOcchetto uno. Ma noi abbiamo bisogno di Scalfaro. Escludo che certi suoi atteggiamenti siano determinati dalla paura del dopo, dal timore che una nuova vittoria del Polo possa metterne in pericolo la presenza al Quirinale. Lui non regge motivazioni cosiÆ piccine: Deve sempre sentirsi altamente motivato. Ripeto: noi abbiamo bisogno di Scalfaro e quando lÆanno scorso tutti gli sparavano addosso noi fummo i soli a stargli veramente vicino.öPannella non capisce percheÆ Scalfaro sia cosiÆ risolutamente contrario alle elezioni anticipate. ôNoi possiamo dare certezza ai mercati finanziari soltanto se faremo lÆelezioni politiche anticipate in giugno. Io sono convinto che Dini voglia dimettersi. Ma anche cosiÆ potrebbe tranquillamente governare fi

no allÆestate. Facciamo due conti. Mettiamo che si voti il 18 giugno. Occorrono venti giorni per eleggere i Presidenti delle Camere e formare i gruppi parlamentari. Siamo arrivati a fine luglio. Poi, tra consultazioni e formazione del nuovo governo, si va tranquillamente a ferragosto. Ecco dunque che il governo Dini dura otto mesi. Non solo. Con le Camere sciolte il Governo viene dotato di fatto di poteri straordinari, almeno in campo economico e puoÆ assumere iniziative finanziarie che gli sarebbero molto rallentate dal normale svolgimento dei lavori parlamentari. Quindi i segnali positivi per il mercato sarebbero due. La certezza che dallÆestate avremo un governo stabile uscito da nuove elezioni. La certezza che fino a ferragosto Dini ha le mani libere sullÆeconomia. Ammettiamo invece che Dini si dimetta e Scalfaro non sciolga le Camere. Le consultazioni per il nuovo governo si incrocerebbero con la campagna elettorale per le nuove regionali. Intanto, entro il 5 aprile dovrebbero essere indetti i referendu

m. Immagina in quali condizioni ci troveremmo se il Paese dovesse affrontare contemporaneamente elezioni regionali, comunali, provinciali, i referendum ed una crisi di governo difficilissima...öPannella, dunque pensa che Dini si dimetteraÆ. E come nel caso di Scalfaro, ha paura che qualche parola di troppo nel Polo possa indispettirlo.ôQuando Fini dice che il Presidente del Consiglio eÆ ventriloquo di DÆAlema, a me viene di dirgli del suo passato...ö.A proposito di DÆAlema, Giuliano Ferrara dice che eÆ stato un errore da parte di Berlusconi non aver cercato nei mesi scorsi un accordo diretto con il Pds. Uno dei prezzi da pagare sarebbe stato naturalmente lÆinvio a Bruxelles di Napolitano al posto della Bonino. Non ne valeva la pena? Gli occhi di Pannella si infuocano.ôNo e ti spiego subito percheÆ. Se vai a Bruxelles e chiedi chi eÆ il commissario piuÆ autorevole e competente ti senti rispondere che eÆ Emma Bonino. Siccome il nostro Governo ha fatto tardi la designazione, lei andata liÆ che contava me

no di zero. Le hanno dato da amministrare quarantacinque miliardi. Sai quanti ne amministra adesso? Mille. E guarda cosa sta facendo per i pescatori italiani. Emma va cosiÆ bene percheÆ si eÆ formata amministrando la nostra povertaÆ. Io sono convinto che quasi tutti i ragazzi del nostro gruppo con trenta giorni di aggiornamento professionale sarebbero in grado di fare immediatamente e a un buon livello i sottosegretari o i vicedirettori generali di ministero. La Bonino ha portato a Bruxelles il meglio delle nostre tradizioni federaliste e spinelliane. Sai che mÆha detto Altiero Spinelli sul letto di morte? Adesso eÆ il tuo turno. Io non potevo confermargli che era alla fine e gli rispondevo: una supplenza sempre, unÆereditaÆ mai. Noi che abbiamo sognato lÆEuropa con Spinelli, noi che siamo stati gli allievi di Ernesto Rossi avremmo dovuto cedere quel posto a un migliorista del Pds?ö.Pur di avere elezioni a giugno, il leader referendario per eccellenza eÆ disposto a rinviare i referendum giaÆ ammessi?ôBasta

una legge a farli celebrare in autunno. EÆ giaÆ capitato unÆaltra volta. Non cÆeÆ bisogno di aspettare un annoö.Il referendum che sfizia di piuÆ Pannella eÆ quello che prevede la decadenza della trattenuta sindacale obbligatoria.ôMa lo sai quanti miliardi arrivano con questo sistema ai sindacati? Millesettecento. In Italia ci sono undici milioni di lavoratori sindacalizzati. PiuÆ della metaÆ sono pensionati. E poi il 20 di ottobre di ogni anno compare sulle bacheche di fabbriche ed uffici uno di quegli avvisi che non si leggono mai: chi non eÆ iscritto al sindacato ed entro dieci giorni non fa espressa disdetta si vedraÆ trattenuta sulla busta paga trentamilalire per contributo alle spese generali di assistenza sindacale. Noi non vogliamo affossare il sindacato. Vogliamo soltanto stabilire una volta per tutte che i versamenti debbono essere facoltativi...ö.A proposito, una questione di bottega. EÆ vero che se passa il referendum sulla liberalizzazione delle licenze commerciali i giornali potranno essere

venduti anche in posti diversi dalle edicole?ôDi fatto si. Se cade la licenza cade anche lÆoggetto della licenza. Quindi anche nel settore della stampa ci sarebbe la liberalizzazioneö.Adesso Pannella guarda a consolidare la propria posizione politica.ôLa nostra alleanza con Berlusconi eÆ fuori discussione. Senza Berlusconi, resta soltanto la destra e questo non ci interessa. Se invece vogliamo creare un forte fronte riformatore, eÆ bene che a noi si uniscano tutte quelle forze sane che invece rischiano di disperdersi tra i mille uffici di collocamento politico che si stanno riaprendo in queste settimane. Io non voglio annegare i nostri programmi nella confusione. Ma nei nostri programmi puoÆ riconoscersi tanta gente onesta e brava.faccio lÆesempio di Firenze, che deve eleggere il suo sindaco. Morales eÆ una persona molto capace, se eÆ riuscito ad amministrare la cittaÆ senza essere toccato da vicende giudiziarie. Potrebbe essere un eccellente candidato per lÆuna e lÆaltra parte.. Ma nella parte avversa a

lla nostra Spini ha deciso di appoggiare Primicerio che eÆ un lapidario estremista. E allora non capisco percheÆ la parte della cittaÆ laica, moderata e cattolica liberale non possa riconoscersi in Morales. Qualcuno dice che manca il segnale di novitaÆ? EÆ nuovo forse Premicerio? Ci sono cose antiche che non sono vecchie cÆeÆ un certo nuovismo che puzza di fradicio...öSiamo ormai allÆascensore. Pannella torna a parlare di governo.ôBerlusconi e Dini non debbono litigare. Possono puntare insieme su se stessi. Insieme possono fare programmi, dare nuove speranze ai giovani. Se non vanno dÆaccordo rischia di vincere la sinistra...öChi lÆavrebbe detto? Il vecchio Marco mediatore tra i potenti di governo.

IL MARCO PENSIERO A RUOTA LIBERA

Ecco una sintesi del Marco-pensiero nel bel mezzo della tempesta politica e alla vigilia del voto cruciale sulla manovra, cosiÆ come traspare dal colloquio con Bruno Vespa.

MANOVRA - Voteremo siÆ a Dini percheÆ abbiamo votato anche quelle di Amato e Ciampi e percheÆ sono dodici anni che lottiamo per aggredire il debito pubblico.

ELEZIONI - Possiamo dare certezza ai mercati finanziari solo se voteremo a giugno.

REFERENDUM -Berlusconi ha paura di perdere i referendum sugli spot televisivi, invece li vinceraÆ.

SILVIO - EÆ un seduttore, ma non ha affatto uno spirito autoritario ed eÆ tributario dei consigli che gli arrivano.

CONSIGLIERI - Se al mattino i Ferrara e i Previti gli dicono di sparare, lui spara.

SCALFARO - Temo che abbia perso quel distacco e quella coerente, severa serenitaÆ che in lui eÆ essenziale. Ma abbiamo bisogno di lui.

DINI- Penso che Dini si dimetteraÆ. Ma dovrebbe farlo a metaÆ aprile per consentire le elezioni anticipate a giugno. E i referendum si potrebbe farli in autunno. EÆ giaÆ successo una volta.

SINDACATI- Noi non vogliamo affossare il sindacato attraverso il referendum sulla trattenuta obbligatoria. Vogliamo soltanto stabilire una volta per tutte che i versamenti di iscrizione devono essere facoltativi.

FINI- Quando Fini dice che il presidente del consiglio eÆ il ventriloquo di DÆAlema, a me viene da dirgli che lui eÆ il ventriloquo del suo passato.Alleanze- La nostra alleanza con Berlusconi eÆ fuori discussione. Senza Berlusconi resta soltanto la destra, e questo non ci interessa.

PREVISIONI- Berlusconi e Dini non devono litigare. Insieme possono fare programmi, dare nuove speranze ai giovani. Se non vanno dÆaccordo, rischia di vincere la sinistra.

UNA VITA TRA DIGIUNI E ABBUFFATE DI LOTTE

Giacinto Pannella, detto Marco, nasce nel 1930 a Teramo, nel segno del toro, da un inappuntabile ingegnere e da una francese amante della musica. EÆ alto 1.90 e pesa 120 chili (quando non digiuna). Un italiano per certi versi atipico: senza patente, niente tv in casa, non gli piace il calcio. Ha una laurea in legge, presa a Urbino col minimo:66. Non aveva tempo di scrivere la tesi, e se la fece fare dagli amici, un capitolo a testa. Di professione eÆ giornalista, ma ha lavorato solo dal æ59 al æ62 come corrispondente del ôGiornoö da Parigi. Anche da qui nasce il suo ôamoreö per il francese. Finita lÆesperienza giornalistica, si butta nella politica: nel æ63 diventa segretario del partito radicale. Impegno di fondo, la battaglia per il divorzio, vinta nel 1970 con la legge Fortuna-Baslini. Comincia lÆera dei mega digiuni, come quello di 39 giorni che porta nel æ72 alla legalizzazione dellÆobiezione di coscienza. Altro successo, la depenalizzazione dellÆaborto dopo aver raccolto 750 mila firme nel æ75. Non c

ÆeÆ piazza che non lÆabbia visto parlare dal palco. Ma ha conosciuto anche il carcere. Due volte, a Sofia nel æ68 per aver protestato contro lÆinvasione della cecoslovacchia e nel æ75 a Roma per aver fumato uno spinello in pubblico. Non lÆha spuntata, almeno finora, su uno dei suoi cavalli di battaglia, la legalizzazione della droga. Nel æ76 entra per la prima volta in parlamento, tre anni dopo in quello europeo. Ha organizzato una decina di raccolte di firme per una settantina di referendum. Perde quello sulla caccia e, per un soffio, quello sul finanziamento ai partiti. Vince contro il nucleare e sulle nuove regole elettorali con Segni. Ha portato in Parlamento Sciascia, Toni Negri, Cicciolina, Tortora, Modugno. Libertario a tutto campo, anche in quello sessuale. Ma da oltre ventÆanni fa coppia fissa con Mirella Parachini, ginecologa.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail