ROMA, 22 MARZO 1995Dichiarazione del deputato riformatore Elio Vito, vicepresidente del gruppo di Forza Italia:
"Occorre fermare e bocciare subito il decreto-legge sulla "par condicio", utilizzando già il voto odierno in Commissione Affari Costituzionali sui presupposti di necessità ed urgenza.
Il decreto, oltre ad essere gravemente lesivo dei principi costituzionali e dei diritti fondamentali dei cittadini di associazione, di stampa, di eguaglianza nei rapporti politici, è anche assolutamente privo dei requisiti richiesti dall'articolo 77 della Costituzione.
Con il decreto legge, infatti, si disciplinano le campagne elettorali per le elezioni politiche ed europee, oltre che quella per le prossime elezioni amministrative.
Ma, se le Camere non sono state ancora sciolte e, purtroppo, non pare che ciò debba avvenire in breve tempo; se le elezioni europee si terranno tra quattro anni; se esiste già, per la disciplina delle campagne elettorali, anche amministrative, una legge approvata recentemente (n. 515 del 1993), dove sono i necessari requisiti di urgenza per il ricorso al decreto-legge?
Inoltre, la legge n. 400 del 1988 prevede che il Governo non può mediante decreto-legge provvedere in materia elettorale (materia riservata, dall'articolo 72 della Costituzione "alla procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera").
E' evidente, invece, che il decreto sulla par condicio, pur non riguardando espressamente la legge elettorale, investe direttamente la "materia" elettorale, dettando le condizioni in cui si debbono svolgere le campagne elettorali.
Infine, il ricorso alla decretazione d'urgenza è stato anche un vero e proprio schiaffo istituzionale al Parlamento, perché il Consiglio dei Ministri ha varato il provvedimento poche ore prima che la Commissione parlamentare competente concludesse l'esame della materia ed approvasse un proprio testo-base.
Per tutte queste ragioni (a parte ogni considerazione negativa sul merito di un normativa fortemente illiberale ed antidemocratica), l'approvazione per decreto-legge della disciplina sulla par condicio è incostituzionale."