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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 27 marzo 1995
Intervista a Marco Pannella: Sulla strategia dei Riformatori e sui rischi del "democristianume straripante".
L'opinione 24 Marzo 1995 Cristina Missiroli

"MEGLIO SOLI CHE COSI' ACCOMPAGNATI".

"Al tavolo delle trattative sul riassetto del sistema televisivo ci sono bari e calabraghe. Il diritto non si puo' spartire come ai tempi del consociativismo. Anche nel Polo, ormai, si respira aria di compromesso. Ma c'e' un solo uomo politico in cui il nostro mondo puo' avere fiducia: Silvio Berlusconi."

Andra' alle elezioni da solo. Da solo con i suoi Riformatori e ofrendo una casa comune a quel mondo liberale e libertario, laico e socialista al quale sogna di restituire un ruolo da protagonista. Cosi' Marco Pannella nella prende le distanze dalla destra e dalla sinistra: " Meglio soli, come andiamo a queste elezioni, che cosi accompagnati ".

Intorno a se' Pannella vede " un presidente della Repubblica il cui interventismo appare con ben pochi precendenti", un governo "sempre piu' espressione di una maggioranza continuista e partitocratica", una sinistra antiliberale e antidemocratica e, ultimamente, anche un "democristianume straripante".

Non solo. Pannella vede a rischio le elezioni politiche e i referendum. Minacciate da una crescente voglia di compromesso di stampo consociativo. Una voglia che ha contagiato la destra e la sinistra.

D: Sembra che le posizioni di D'Alema e della Finninvest sul riassetto della tv siano sempre piu' vicine. E' meglio che si facciano i referendum o una legge in Parlamento ?

R: Ho detto che per me quello e' un tavolo di bari e calabraghe. I diritti e le liberta' fondamentali non si spartiscono come ai vecchi tempi della partitocrazia e del consociativismo.

D: L'accordo, se c'e', e' sul fatto che la riforma del sistema televisivo deve riguardare sia la Rai sia i privati. Mentre i referendum che la Consulta ha lasciato in vita riguardano solo la tv privata. Per questo si cerca una soluzione complessiva in parlamento.

R: Ma questa e' una soluzione che deve trovare il nuovo parlamento. Non questo.

. Il fatto e' che anche nel Polo, ormai, si respira la rassegnazione al compromesso. Ci si presta a giochi di sottopotere con lo schieramento progressista e neo-autoritario.

D: E quali sono i compromessi nell'aria ?

R: Riguardano sia elezioni (che sarebbero necessarie subito e che invece si allontanano) sia i referendum. E intanto, mentre si rincorrono questi compromessi, si fa opposizione anche a quel pochissimo che il governo sembra disposto a fare nella direzione del rigore della riforma.

D: Vuol dire che la rivoluzione liberale e' gia' finita e che non c'e' speranza di riportare il Polo in carreggiata ?

R: Non e' facile. La destra si avvicina, ogni giorno piu' pericolosamente, alla concezione conservatrice e partitocratica. Riscopre quelle pratiche che un anno fa erano rimaste monopolio della cosidetta Sinistra e dei nostalgici delle paludi democristiane e centriste.

D: E allora le strade di Pannella e di Berlusconi si dividono...

R: Noi continuiamo a pensare che vi sia un solo uomo politico nei confronti del quale il nostro mondo (quello laico, radicale, socialista, liberale e libertario, federalista, referendario, dei diritti civili e umani) possa ancora riporre fiducia e volonta' di alleanza. Quest'uomo e' Berlusconi.

D: Pero' ?

R: Pero' abbiamo sempre meno fiducia nella possibilita' di consentire al paese di conoscere, di giudicare e di scegliere. Di comprendere, infine, quanto la sinistra ( e i poteri forti, ufficiali e oscuri, che con essa si schierano) costituisca nella quotidianita' un attacco efficace e gravissimo alla convivenza civile nel nostro paese.

D: Il Polo accusa ormai Dini di fare il gioco della sinistra. Lo pensa anche lei ?

R: Il disegno politico e' chiaro. Dini immagina che D'Alema e Cofferati, passate le elezioni, avranno da offrire di piu' rispetto a Berlusconi e Fini. Punta su una nuova maggioranza parlamentare "prodiana". Per questo il governo ha scelto di portare per le lunghe la riforma delle pensioni. E anche questa e' stata una scelta deliberata, non una necessita': il ministro Treu (prodiano come quasi tutto il consiglio, ormai) aveva detto a gannaio che sarebbero bastati 15 giorni.

D: Poi Dini ha varato un decreto sulla par condicio che ha fatto inorridire il Polo.

R: Questa par condicio e' una atto antidemocratico. La commisione di vigilanza molto probabilmente prendera' decisioni scandalose come negli anni in cui era la sede di un'associazione per delinquere. La vigilanza tornera' ad essere il luogo del malaffare di stampo mafioso e partitocratico che ha sempre descritto in passato.

D: Insomma, moriremo democristiani...

R: Ma per carita' ! Nemmeno per sogno.

 
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