Il diabolico numero è quello delle firme raccolte in provincia di Como per
la presentazione delle liste alle elezioni Regionali e Provinciali.
Occorreva raccoglierne almeno 875 e l'obiettivo è stato quindi mancato di molto.
Avendo preso parte attiva alla iniziativa di raccolta delle firme e sulla
scorta di ben 12 anni di militanza in larga parte passata ai tavoli, voglio
tentare - quasi a caldo - una prima analisi dell'accaduto.
Prima mi sia consentito però di ringraziare pubblicamente tutti i compagni di
Como e di fuori Como (e fra questi ultimi in primis Benedetto Della Vedova) che
hanno contribuito, ognuno come poteva, alla raccolta delle firme.
Ecco una serie di ragioni che se non giustificano, almeno spiegano le cause del
fallimento.
1) Non vi erano elezioni comunali nei comuni maggiori.
Credo che questo aspetto abbia contato non poco; se molti o alcuni di noi
fossero stati candidati all'interno di liste civiche di varia natura per le
comunali sarebbe stato molto più semplice raccogliere le firme, potendo
bastare che il candiato tenesse al tavolo oltre che il modulo della "propria"
lista civica anche quello della lista Pannella.
Purtroppo però nei maggiori centri della provincia di Como non si voterà
per le comunali (Como e Cantù hanno già rinnovato il consiglio comunale).
Una riprova di ciò è il fatto che molte firme sono state raccolte a Erba ove
una candidato per le provinciali lo era anche per le comunali.
2) Per poco più di 5.000 abitanti abbiamo dovuto raccogliere 875 firme invece
di 500.
Recentemente dalla provincia di Como è stata scorporata la nuova provincia di
Lecco (operazione assai discutibile, come in generale quella di tutte le
nuove province).
Ciò ha fatto sì che per poche migliaia di abitanti in più la provincia di
Como fosse inserita nello scaglione delle 875 firme da raccogliere anzichè
in quello delle 500.
Per noi, avendo in pratica a disposizione solo il capoluogo per effettuare
i tavoli, ciò ha significato un minore bacino di possibili firmatari
contrapposto ad un maggior numero di firme da raccogliere.
3) Nessuno di noi poteva essere libero al mattino e pochi hanno potuto dedicare
i loro pomeriggi.
Ebbene sì, diciamocelo: i militanti del movimento invecchiano.
Se 10 anni fa la maggior parte di noi aveva tra i 20 e i 25 anni e poteva,
essendo studente, fare tavoli tutti i giorni, tutto il giorno e dedicarsi
durante simili occasioni a tempo pieno aslla campagna, oggi che siamo tutti
sui 30 e oltre e - "purtroppo" - dobbiamo lavorare ciò non è più possibile.
Il turno over è più probabilmente un fenomeno che riguarda gli iscritti e non
i militanti veri e propri che - assilati anche da problemi quali casa,
famiglia e lavoro - possono dedicare alle iniziative solo il tempo libero.
E gli studenti...? Questa generazione preferisce studiare veramente!
4) Si potevano sfruttare tutti i 20 giorni inizialmente a disposizione.
Certo, conoscendo le lacune organizzative del movimento sarebbe stato
meglio - a mio modesto avviso - sfruttare tutto il tempo consentito dalla
legge per raccogliere le firme anziché solo gli ultimi giorni, sperando poi
in una proroga che - per fortuna - è arrivata.
Non vedo una ragione politicamente valida per cui le liste, dopo che il
Congresso aveva deciso con larghissima maggioranza di "preparare la
presentazione di liste autonome" e che tale decisione era stata ribadita
dal Consiglio Generale, non potevano essere tranquillamente chiuse 20 giorni
prima della scadenza del termine per il deposito.
Tra l'altro, se si voleva nel frattempo condurre una qualsiasi trattativa
con F.I. lo si sarebbe potuto fare ugualmente e da posizione di forza, con
i militanti che in tutte le piazza andavano raccogliendo firme per la
presentazione.
5) La provincia di Como ha una conformazione geografica ostica.
Questo interesserà a pochi, ma è così! Come ho detto sopra, non essendovi
elezioni comunali nei maggiori centri all'infuori di Erba (ab 20.000 ca), si
trattava di raccogliere e certificare firme su un territorio che comprende
paesi del lago e delle valli che si trovano a ore di automobile dal
capuologo (dove quasi tutti abitiamo).
6) Scarsissima informazione dei cittadini.
Questo è argomento di ordine generale che abbiamo constatato tutti, tant'è
che il governo ha dovuto stabilire la famosa proroga. Inutile spendere altre
parole sul punto, è vero.
Però, sapendo che sarebbe stato così, perchè non prepararsi per tempo a
livello nazionale?
A questo punto faremo il massimo che ci sarà possibile per assicurare il miglior
risultato alla lista maggioritaria che vede Pannella candidato.
Spero che questa esperienza e quella di altre province che hanno mancato
l'obbiettivo serva da monito tanto a noi militanti, tanto a chi è responsabile
della presentazione delle liste.
Chi ha tempo non aspetti tempo!!!
Vorrei avere risposte in merito, anche in mail, e conoscere il parere dei
compagni delle provincie che - come Como - sono rimaste escluse.
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| | Francesco Cima Vivarelli : / | |
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