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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 5 aprile 1995
REFERENDUM: CLUB PANNELLA NE PRESENTANO 7
RIPROPOSTI QUELLI ISTITUZIONALI (RIFORMA DELLA LEGGE ELLETTORALE IN SENSO UNINOMINALE SECCO, ALL'INGLESE PER CAMERA E SENATO) E SULL'ABORTO

Roma, 5 aprile 1995

Questa mattina i Riformatori del Movimento dei Club Pannella hanno depositato presso la Corte di Cassazione i primi 7 quesiti referendari di un "pacchetto" che ne comprende 15.

Con i primi due referendum si ripropongono i quesiti già bocciati (scippati) dalla Corte Costituzionale sulla elettorale: si chiede l'adozione del sistema anglosassone uninominale secco ad un turno per Camere e Senato. Viene presentato nuovamente il referendum radicale sull'aborto con il quale si vuole affidare interamente alla responsabilità della donna la decisione se abortire o meno cancellando le parti della legge 194 che configurano un aborto di Stato.

Gli altri quesiti richiedono: l'abolizione dell'obbligo del modulo dei tre maestri nelle scuole elementari; l'abrogazione dell'obbligo di iscrizione al sistema sanitario nazionale; l'abolizione dell'ordine dei giornalisti e la smilitarizzazione della Guardia di Finanza.

"Con questi referendum - affermano la coordinatrice del Movimento dei Club Pannella Rita Bernardini ed il tesoriere Benedetto Della Vedova - rilanciano i grandi temi della riforma politica e civile proprio mentre il Parlamento (e segnatamente lo schieramento Progressista) tenta in ogni modo di impedire, con delle leggi pasticciate e conservatrici, il voto degli italiani sulla RAI, sul Sindacato e sul commercio già fissato per l'11 giugno.

Dalla scuola (superando l'obbligo rigido dei 3 maestri, cioè una fallimentare pedagogia di stato) alla legge elettorale nazionale, alla sanità, offriamo ancora una volta ai cittadini una concreta occasione di dibattito e di cambiamento".

"La civiltà giuridica Liberale - afferma Lorenzo Strik Lievers deputato Riformatore - non può accettare la figura ipocrita e vergognosa dell'aborto di stato quale scritta nella lettera della legge 194. L'unica soluzione di civiltà è quella di cancellare l'ipocrisia e affidare alla coscienza e alla responsabilità della donna la scelta drammatica di abortire o no. Chiunque ritenga che la scelta dell'aborto implichi gravissimi problemi di coscienza, credente o non credente può trovarsi su questa posizione".

 
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