Caro Depetro, purtroppo per te, la parola "socialismo" ha un significato ben preciso. E bada che mi riferisco al significato "pi· nobile" del socialismo, inteso quale dottrina economica, politica e sociale (non parlo, quindi, del socialismo italiano, sulla cui storia bene stendere un velo pietoso ab initio ed alla quale mi guardo bene dal mischiare i radicali).
E' anche vero che, talvolta, la parola "socialismo" viene utilizzata per vaghezza di "umanesimo", di "sentimento di giustizia", di "progresso". Si tratta di un errore comprensibile, visto che per oltre un secolo e mezzo si disperatamente cercato di accreditare l'identitß tra il socialismo ed il "Bene Assoluto".
Ma di idee ed azioni di Marco Pannella, ispirate al socialismo nel senso proprio del termine, non ne conosco e non ne ricordo. E non vedo come sia possibile conciliare la visione del mondo di un radicale, imperniata sul rispetto della libertß individuale, sulla non-violenza, sulla responsabilitß della persona, con una dottrina che si fonda su di una concezione idealizzata dell'essere umano, e che, quindi, ammette, in ultima analisi, qualsiasi nefandezza purch la realtß sociale finisca per rispecchiare il "modello", la "visione" che alla base di "tutto". Il socialismo non Turati, Treves e Olof Palme da una parte, e Craxi ed Intini ed il Gulag dall'altra. Il socialismo produce indifferentemente i Turati ed i Craxi, i campi di concentramento e il "BA.f.Oeg." a seconda della convenienza e delle opportunitß del momento. Cosø come l'idra marina si fa polipo e torna poi ad essere idra, secondo che cambi la temperatura dell'acqua.
In un mondo che ha, finalmente, conosciuto e sepolto il socialismo, Pannella fa male a se stesso ed al suo movimento, continuando a dirsi "socialista" ed a chiamare "compagni" coloro che lo seguono.
E' una vecchia storia, il dramma dei radicali: hanno in Pannella un uomo di coraggio, un pensatore, un politico di razza, che tuttavia, il peggior comunicatore che esista. Ieri, su RAI 3, ha sprecato preziosi minuti in recriminazioni inutili contro la stampa e contro gli spettatori, come suo solito, con un eloquio torrentizio e confuso, che ha soffocato quasi completamente il suo messaggio politico. E poi quanta ingenuitß, nel continuare a misurare gli altri col metro della propria integritß, scoprendo immancabilmente di essere stato tradito "ancora una volta".
Ma tu, Depero, che ancora credi in un Garibaldi socialista e sei cosø attento a Boselli al punto da riversare articoli sulle sue capacitß pattinatorie , dubito che tutto questo possa capirlo.