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Conferenza Movimento club Pannella
Depetro Alessandro - 10 aprile 1995
Ri: Divorzio, aborto, pacifismo

Scritto il 10-Apr-95 alle 12:56:42 da A.Salvidio:

AS> Forse state dimenticando

AS> qualcosa...

Riporto un brano dello storico intervento di Marco Pannella al convegno

del consiglio federativo del PR nell'aprile del 1978, tratto da

"L'antagonista Radicale, la teoria e la prassi del partito nuovo,

socialista e libertario".

Titolo dell'intervento di Marco è "SUPERARE LA 'PAURA' DI ESSERE

RADICALI"

<<...forse si sottovaluta quanto significassero nel nostro paese

personaggi apparentemente secondari come Umberto Calosso, che apparvero

per un momento all'interno del socialismo italiano, ed erano in realtà

coloro che davano voce allora, usciti dal tunnel del fascismo, ad

alcuni temi che sono i nostri temi oggi: negli anni dal '46 al '48, al

"Convegno dei Cinque", che erano un pò il luogo formale, più vivo e

popolare del dibattito politico, sociale, civile, Calosso parlava

allora di libero amore, di pacifismo, di antimilitarismo, di preti e di

religione, di liberazione umana e sociale in modo inusitato. E non a

caso uno degli episodi e delle battaglie in cui uscimmo non sconfitti

(ma poi non potemmo averne altre) fu quando riuscimmo ad assicurare,

all'inizio degli anni cinquanta, nell'Università di Roma nel suo

insieme fascista ma di già a direzione ufficialmente antifascista, che

Calosso potesse tenere delle lezioni. C'è qui Giuliano Rendi. Ricordo

Giuliano, nonviolento già allora, che però per difendermi rompeva un

ombrello sulla testa di Caradonna, per difendere quei contro-corsi

(pensate un pò quanto rivoluzionari eppure quanto temuti!) sul Manzoni

e sull'Alfieri; perchè potessero essere tenuti da quell'obiettore di

coscienza, da un traditore, da un disertore socialista. Che altro era

stato infatti Calosso quando negli anni quaranta dava voce all'Italia

antifascista, la voce di Londra attraverso la quale molti di noi -

giovani balilla, figli della lupa, avanguardisti - ascoltando la radio

del regime, ogni tanto udivamo quella stranissima voce pirata che ci

diceva cose inimmaginabili piccole e sconvolgenti, e ce le diceva, da

radicale, nella forma della narrativa e non della saggistica? ....

Questa digressione iniziale era per dire: anche Calosso, e quelli come

lui del Partito Socialista, fatti fuori come il partito d'azione, come

la sisnistra liberale, come Giustizia e libertà. E come sono stati

prima ghettizzati, e poi presto sepolti e non di rado sepolti con

menzogna e estreme ingiurie al significato della loro vita, i Rossi e i

Capitini, i Calamandrei e i Salvemini (così come con turpe violenza le

vicende di Silone e di Gramsci, di ogni "eresia" cristiana o comunista,

socialista o liberale).>>

E poi ancora...

<recuperabile, più che attraverso le forme della saggistica attraverso

quelle della comunicazione narrativa - cioè storica - della conoscenza

e di una conoscenza dialogica. Quando abbiamo approvato lo statuto era

il maggio del 1967. Il partito era composto da non più di 70/80

radicali, a metterci dentro anche i malati e i dormienti. Eravamo

diventati in quattro anni quelli delle marce, dei capelloni, dei

provos, della sede squallida e zozza, dove - scrive Silvestro - si

scopava nei gabinetti, in cui ci si riuniva, si ciclostilavano i

volantini e si preparavano i cartelli-sandwich, in cui arrivavano le

denunce e i primi mandati di arresto, in cui già apparivano attivi gli

omosessuali, dove veniva Valpreda. Era una sede importante, in base

alla teoria politica dell'organizzazione socialista e libertaria che

applicavamo.>>

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Due considerazioni:

1) Credo che nessuno debba dimenticare nulla di ciò che la storia ci

insegna. Alcuni preferiscono ricordare del socialismo alcuni aspetti

poco nobili legati ad un periodo storico breve ma ahimè tragico - e

quante volte Marco si è battuto in parlamento proprio contro il PSI

affinchè, ad esempio, qualora si fosse unito ai radicali non vincolasse

i propri componenti con votazioni di maggiornaza - altri più

correttamente ci ricordano anche tutti quei compagni socialisti che,

pur sepolti dalle menzogne e dalle ingiurie, hanno dato molto della

loro vita al partito radicale, ancor prima che nascesse. Questa per me

è la onestà intellettuale, è il rispetto dell'identità e dell'immagine.

Per questo Marco, ripeto, ha pieno diritto di definirsi anche

socialista e liberale. Senza vergogna, senza paure.

2) Di esempi per Salvidio - che sembra S. Tommaso - la storia

radicale ne è piena; è una storia un poco misconosciuta, purtroppo

accessibile a pochi (per questo Marco in TV può sembrare prolisso,

anche se non lo è affatto, anzi, secondo me non dice mai abbastanza, ma

in TV il tempo è tiranno). Noi qui su Agorà, abbiamo una grande

fortuna: la possibilità di disporre di un intero archivio dedicato al

PR. Manca, evidentemente, solo un poco di buona volontà per andarselo

a rileggere, per comprendere un pò meglio ciò che non si sa, o per

pigrizia, non si vuole sapere.

Per il resto, io la storia non desidero affatto che venga seppellita e

nemmeno che delle persone dabbene vengano calunniate gratuitamente,

specie se di ispirazione socialista e liberale. La mia esperienza,

proprio qui su Agorà, mi dice che non ne vale proprio la pena.

--- MMMR v3.60unr

 
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