Fin dall'inizio della campagna elettorale, anzi prima, il Club Pannella di Lucca ha sempre sostenuto che, in Toscana, sarebbe stato meglio appoggiare Del Debbio, che, all'interno di FI, rappresenta una scelta riformatrice più che democristiana.
Comprendevamo una scelta autonoma in Lonbardia e Lazio, visto che era veramente inconcepibile pensare di votare un Formigoni (soprattutto); meno per la Toscana.
Vi era la possibilità di battere, per la prima volta, la conservazione pseudoprogressista in Toscana, quindi ritenevamo che fosse "utile" sostenere del Debbio, anche perché, oltretutto, la persona poteva anche meritare.
Oddio, il fatto che abbia militato nel FUCI e che sia, quindi, molto vicino anche ad una posizione di cottolicesimo militante, non è che mi entusiasmi, però.... speriamo che sia veramente laico seppur religioso.
Partendo da questo diritto di precedenza, credo di poter dire che la posizione espressa da Marco Taradash ed Elio Vito mi lascia un pò perplesso.
Soprattutto, diciamolo subito, per la tempistica, a pochi giorni dal voto.
Ma non solo: è la canonizzazione del voto 'utile', distinto dal voto 'inutile',contenuto nell'appello di Berlusconi diretto ai tanti elttori dei club Pannella, che mi lascia perplesso.
Mi ha ricordato troppo i dicktat del PCI nei confronti delle formazioni minori di sinistra , da DP alle altre esperienze, comprese il PSIUP.
Troppe volte molti hanno votato PCI, a sinistra, proprio per la logica del voto utile.
Utile a cosa? alla burocratizzazione dellle regioni dominate da questo partito, al depauperamenteo del dibattito politico, all'affermarsi del più statiliano dei regimi, strettamente coniugato all'intolleranza cattolica, alla visione anticapitalistica e pauperista della Chiesa.
Ed oggi, il mio voto a cosa è 'utile'? alla doroteizzazione della politica italiana? all'addio alle vere riforme democratiche? all'apoteosi di un centrodestra sempre meno centro e sempre meno destra e sempre più DC?
Andrò a dormire con questi dubbi, domani deciderò, ma non in funzione di un voto utile o meno, ma in funzione di ciò in cui credo e nel quale spero, utile o inutile che sia.
Riccardo Gandolfi
22/4/1995 ore 21,30
