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Conferenza Movimento club Pannella
Carullo Roberto - 24 aprile 1995
Gabriella...

tu dici tra l'altro,

eppure il riflesso (quello mio e di altri, dopo più di vent'anni) è spesso opposto al tuo. E' solo nella complicata evoluzione dei fatti italiani recenti che si ricostruisce il percorso della politica del movimento e, in prospettiva, la possibilità di alleanze sulle riforme da fare.

<...la solitudine dei giusti della quale i radicali si sono fin troppo spesso fatti scudo...>

ma la storia di tangentopoli dice il contrario, che quella solitudine oggi appare (e ci è riconosciuto) come l'unica opposizione autentica al sistema dei partiti (ma anche dei giornalisti e della magistratura). Forse non ricordi il modo col quale sistematicamente ogni iniziativa dell'allora PR veniva ignorata, distorta, cancellata perché non omogenea alla cultura del regime.

<...avremmo potuto schierarci con un polo tentando finalmente di affermare all'interno le nostre ragioni...>

ma come puoi farlo se non hai la forza necessaria?

<...avremmo potuto decidere di non candidarci, denunciando implicitamente o, l'inadeguatezza del sistema maggioritario nel contesto italiano (perchè crea due schieramenti entrambi illiberali, conservatori)...>

inadeguatezza non del sistema maggioritario ma della mattarella (e ora della tatarella) che infatti stiamo - da soli - cercando di cambiare.

<...le regole del maggioritario, che ha quale caratteristica maggiore (e migliore a detta dei suoi fautori, ma il nostro movimento è ancora tra questi?) quella di creare delle coalizioni di forze che sulla base di programmi chiari si candidino a governare.>

lo siamo tanto - convinti - che stiamo raccogliendo le firme (e ci manchi) sui due referendum, bocciati dalla corte costituzionale, per arrivare all'uninominale all'inglese.

<...eretico rispetto al maggioritario sia un movimento che lotta per l'introduzione di tale sistema in Italia e poi decide di presentare proprie liste puntando tutto su quella quota di proporzionale contro la cui introduzione si era aspramente battuto...>

restano (prima di divenire un grazioso pezzo del paesaggio) alcune cose da fare perché si arrivi ad una democrazia piena basata sulla alternativa tra due schieramenti. E per farle usiamo tutti gli strumenti che abbiamo, compresa la presentazione di liste alle regionali (che per vent'anni, anche qui soli, abbiamo rifiutato).

sta invece accadendo quello che non era possibile che non accadesse. La legge elettorale (con mammozzi, poliponi, doppi scorpori...) sta favorendo la formazione di sempre nuovi partiti a scapito della semplicità e della chiarezza delle posizioni, delle alternative.

noi abbiamo perso un'occasione (forse per stanchezza di Pannella) di avere dieci o venti eletti il 27 Marzo, che avrebbero dato, in quel momento, una caratterizzazione "riformatrice" al governo. Oggi non resta, da certosini della politica, che ricominciare da capo a costruire forza e credibilità per poi ritentare la realizzazione di un governo riformatore.

non solo questo. Ma se, come per il divorzio e l'aborto, le leggi e il paese finissero per costituirsi in una forma compiuta di piena democrazia, come l'abbiamo immaginata per decenni, si realizzerebbe proprio quella sempre auspicata degradabilità del partito.

roberto

 
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