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Conferenza Movimento club Pannella
Sawicki Jan - 27 aprile 1995
Qualche riflessione...
E' tempo di amarezza e sconforto ben giustificati, per i simpatizzanti e per i dirigenti del nostro movimento. Certamente, invece, non tempo per ostentare sicumere, perch le ragioni per riflettere accuratamente prima di affilare le armi della polemica o di quant'altro sono almeno forti come le ragioni della polemica stessa. E questo dovrebbe valere per tutti.

Un esempio fra tanti: presentarsi da soli alle elezioni stato un errore tattico (al di lß di tutte le considerazioni sul "Parigi non vale una messa")? Ha disorientato il nostro elettorato, ormai ben radicato nel polo, o addirittura lo ha fatto scappare verso altri lidi? Pu darsi. Ma allora si vada a vedere il risultato delle comunali di Firenze, dove come eccezione che conferma la regola ci siamo presentati col polo: 1,2 per cento.

E' ben vero che la "bar condicio", cloroformizzando il dibattito politico, ha penalizzato in partenza i partiti d'opinione; vero altresø che la botta senza possibilitß di risposta assestataci dai nostri pi· cari "amici" ha completato l'opera di annientamento delle nostre liste. Concordo sul fatto che questi metodi di lotta politica dovranno essere oggetto di un severo chiarimento con Berlusconi e con un polo che si spera essere riapprodato ai lidi "delle libertß", dopo fluttuazioni poco fruttuose e molto pericolose. Ma, pur rifuggendo da ogni realpolitik, poi davvero immaginabile che le regole non scritte del "fair play" saranno mai considerate oltre un certo limite dalla nostra classe politica, come d'altronde da quella di altri paesi? Proprio la capacitß di "prevedere" come precondizione per saper governare gli eventi della politica dovrebbe in futuro metterci al riparo da simili sorprese.

Qualche parola infine per i compagni parlamentari che, pur non condividendo la decisione di correre in solitudine, affermano di seguitare a far parte del nostro movimento (non siamo in tanti ad essercene accorti). A loro si pu dare atto della buona fede nel sostenere che le critiche agli errori commessi dal polo vadano svolte "da dentro", e non "da fuori": a patto per che le critiche vengano svolte effettivamente. Perch delle due l'una: o quando venivano mossi certi appunti al polo (per esempio sulla curiosa concezione che il suo leader ha dell'"equal time" tra le forze politiche) eravamo tutti sordi, o chi li muoveva era in quel momento afono. Della buona fede di riformatori radicali e liberali farß infine fede la battaglia politica e parlamentare (specie all'interno del polo) a difesa dei referendum, non quelli di cui parlano tutti ma quelli dei "poveri", quelli di cui non parla nessuno.

 
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