Un anno fa finì senza tanti complimenti l'età dell'oro della telematica amatoriale, il periodo dell'incoscienza dei pericoli, di quella importante ed estesa frontiera della libertà di espressione fino ad allora vergine dalle intrusioni delle forze dell'ordine e dei cavilli legulei.
Da un anno a questa parte, dopo che gli agenti della Guardia di Finanza perpetrarono le prime irruzioni nelle case dei sysop (studenti, disoccupati, professionisti, commercianti, impiegati e agenti di polizia anche) per sequestrare i sistemi telematici e "avvisare" i possessori, la stampa è stata inondata da notizie di crimini sempre più funanmbolici e fantascientifici commessi con l'aiuto determinante delle reti informatiche.
Stranamente tutto questo avviene in concomitanza con gli annunci dell'attivazione di nuovi servizi e sistemi di natura strettamente commerciale, o di connotazione evidentemente politica, che per la maggior parte si stanno però ancora aspettando o che sono risultati molto meno eclatanti di quanto non avessero promesso.
La telematica amatoriale accusa il colpo. Molti sistemi storici nell'incertezza della situazione giuridica preferiscono chiudere, qualcuno limitare gli accessi. Tutti divengono sicuramente più guardinghi.
Le aree di discussione e divulgazione telematica si fanno più strettamente controllate e tra gli stessi utenti serpeggia la tentazione all'auto-censura.
Ma a dispetto di quanti abbandonano il campo l'iniziativa individuale dei sysop o degli utenti moltiplica la portata della telematica. Alcuni scelgono di scendere nel terreno commerciale per offrire servizi a privati ed aziende, spesso Internet. Ma la maggior parte lega sempre più strettamente la propria attività alle più svariate iniziative di natura sociale, vedendo facilmente riconosciuto il proprio insostituibile ruolo.
Presa coscienza del pericolo rappresentato da codici pessimi e da magistrati inquirenti ancora poco preparati, ma sopratutto da un modello di giustizia cronicamente in ritardo sui tempi, è iniziata da parte di sysop e di utenti la ricerca delle strutture organizzative che possano tutelare i sistemi dall'arbitrio delle forze dell'ordine e però al contempo non snaturarli.
Dalla registrazione come supplemento editoriale di qualche pubblicazione stampata, alla costituzione di fondazioni o associazioni culturali ad hoc, i sysop hanno adottato soluzioni molto eterogenee.
Mentre i sistemi più grandi si stanno orientando verso la richiesta di certificazione dell'identità dell'utente, e ad accettare il concetto di responsabilità oggettiva del fornitore di connessione sulle azioni del proprio utente attivando spesso strutture di censura preventiva, parallelamente a quello che avviene per la stampa, una tale eventualità risulta lacerante per la telematica amatoriale che non può permettersi costi di segreteria e di tempo così ingenti, e ancora più lacerante per la libertà di espressione sottoposta spesso a censura preventiva da parte di gestori dei sistemi o di moderatori, stimolando conformismo e mediocrità.
La "responsabilità oggettiva", come genericamente posta e applicata ad ogni sistema in ogni situazione, è un mostro giuridico pari alle attuali leggi italiane sulla stampa che la assoggettano ai poteri forti, industriali o politici. Un "mostro" che --facendo lievitare i costi-- risulta per essere anche un alleato formidabile dei sistemi commerciali nell'abolire la concorrenza dei sistemi amatoriali.
Difendere oggi la libertà nella telematica, e in quella amatoriale in particolar modo, significa in prospettiva difendere il diritto di espressione di tutti, il diritto di iniziativa privata indipendente in questo settore (che sta diventando centrale per tutti gli altri), in ultima analisi significa difendere la libertà nella sua accezione più ampia.
E per difendere la libertà, nella telematica come altrove, c'è bisogno dei radicali.
Per la costituzione di un nuovo club pannella sulle libertà telematiche attendo tutte le vostre considerazioni, idee e disponibilità. E anche se siete "occupati" in altri club potete sempre darmi una mano, che ne ho veramente bisogno.
Emmanuele Somma
( Agorà: E.Somma ) (Internet: E.Somma@agora.stm.it ) ( Fidonet: 2:332/617.27 )
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