L'ho già scritto, tempo fa, che non ho voglia né tempo di polemizzare con Dora Pezzilli. Il silenzio, però, può essere interpretato anche come ammissione o disinteresse, e quindi racconto la piccola storia dei cancellieri, come esempio di un certo modo di intendere e riferire sull'agire altrui.

Fin dagli ultimi giorni di aprile ho preso contatto con i cancellieri per verificare le loro disponibilità, per concordare tempi e modi dei tavoli e per poter fare per tempo le richieste al presidente della corte d'appello. I cancellieri disponibili (quattro: Marina, Loredana, Gianna, Elio) hanno stipulato un accordo fra di loro che garantisse a me una presenza al tavolo, e a loro la rotazione e la sostituzione in caso di impegni improvvisi. Tutti gli accordi sono stati presi sulla previsione di UN tavolo.

Venerdì 12 maggio, con Marina apriamo il primo tavolo. Sulla base dei testi che Dora ha messo in questa conferenza nei giorni precedenti il 12 non mi aspettavo una sua presenza, che invece c'è stata. Mentre raccoglievamo le firme è passata Gianna, a salutare, subito bloccata da Dora che l'ha convinta a fare un tavolo con lei. Da sabato 13, come Dora ha scritto in questa conferenza, io sono diventato il "concorrente". Per chi conosce Dora sarà facile comprendere se il significato che lei intendeva era "correre con" oppure "avversario".

Per alcuni giorni sembra che la cosa funzioni. Dora per suo conto ed io per il mio ci assicuriamo la presenza del cancelliere. Fino a martedì scorso.

Lunedì al tavolo di Dora c'è stato Elio, che le ha detto che martedì avrebbe fatto il tavolo con me. Martedì al tavolo di Dora doveva esserci Gianna, che all'ultimo momento l'ha avvisata di non poter rispettare l'impegno. Gli altri cancellieri avevano già dichiarato la loro indisponibilità.

Dora scrive in questa conferenza che io avrei detto "ne ho uno solo". Cosa del tutto falsa. Nel senso che non sono io a prendere accordi con i cancellieri per Dora e quindi non spetta a me il procurarglieli. Quando mi ha telefonato le ho detto questo, e che non vedevo motivo di rinunciare a fare il tavolo per consentire a lei di tenere il suo.

Dora scrive anche che non può più fare tavoli a causa della "cattiveria" mia e di Alessandro Depetro. Mercoledì, però, si presenta al mio tavolo un cancelliere piuttosto irritato perchè ha aspettato mezz'ora nel posto concordato con Dora, e lei non si è fatta vedere. Un altro cancelliere che probabilmente non accetterà più di fare tavoli con lei.

A mio parere è sciocco pretendere concessioni quando si fa di tutto per impostare un rapporto sulla "concorrenza", anche spargendo veleni e diserbanti vari sul terreno peraltro fertile della potenziale collaborazione, ed è meschino tentare di scaricare sugli altri la responsabilità dei propri fallimenti.

Scusate la lunghezza e il tema, certo non appassionante.

John

--- MMMR v3.50reg * Gutta cavat lapidem