Organizzare la difesa dei 12 referendum e la raccolta, appena iniziata, delle firme sui nuovi 18; dare forza vincente alla riforma uninominale, presidenzialista all'americana; creare le strutture del soggetto politico alternativo, liberale e liberista, federalista europeo: questi gli obiettivi immediati e urgenti del Movimento dei Club Pannella-Riformatori e le ragioni della mobilitazione per raddoppiare almeno, nello spazio di ore e di giorni, il loro numero e la loro presenza in ogni regione e città d'Italia.
I Club Pannella-Riformatori possono rappresentare il modello di organizzazione di libere energie più adeguato, efficace, coerente con gli obiettivi indicati e sempre più indispensabili al Paese. Club che rendano fattivo ed operante lo statuto associativo su base territoriale (o anche non territoriale, grazie ad un efficace impiego della comunicazione e dell'informazione, anche telematica) e con obiettivi politici, culturali, sindacali, di scelta autonoma; capaci di organizzarsi e di far vivere tali obiettivi nella solidarietà quotidiana, militante, degli associati; di progettare e finanziare le proprie iniziative; di fare sentire in ogni momento, a partire dalla difesa dei 12 referendum e dalla promozione dei nuovi 18, la loro forte presenza nella realtà politica italiana.
Nessun'altro soggetto politico, in Italia, ha sviluppato una analoga esperienza organizzativa, l'unica che possa superare il vecchio modello della "sezione" ed insieme garantire una presenza costante e solida sia nel territorio sia nella promozione di iniziative che superino il mero "attivismo" perché solidamente ancorate in valori e principi politicamente collaudati, capaci a loro volta di suscitare nuove energie. Il "modello Club" - leggero ma non effimero, mobile ma anche saldamente radicato in uno Statuto efficace e rigoroso - costituisce da decenni l'aspirazione di tutte le forze politiche, che però solo saltuariamente sono riuscite a realizzarne nuclei duraturi e hanno dovuto quindi ripiegare sul semplice "comitato elettorale", inadeguato ed insufficiente. Queste forze politiche, così, devono affidare la loro stessa durata a strutture di apparato, ristrette e soggette al rischio della burocratizzazione, perché non confortate e controllate da una adeguata presenza dei cittadini.
Noi vogliamo invece, e lo Statuto espressamente lo richiede, che ogni Club sia davvero un nucleo politicamente attivo, creativo, dotato di una sua specifica identità, tenuto insieme da vincoli di solidarietà civica e di fiducia reciproca: per questo - solo per accennarvi - pensiamo che non sia necessario né auspicabile che un Club sia troppo ampio, troppo numeroso: la logica del "numero" come testimonianza di efficacia è la logica della vecchia sezione di partito, che sul numero delle tessere contava a fini elettorali interni, nella corsa al potere di correnti e di gruppi vari. La forza di un Club sta invece nella sua capacità di iniziativa, nella sua forza propulsiva verso l'esterno.
L'esperienza radicale prima e poi quella del Movimento (nelle sue successive articolazioni e formulazioni) ha sempre fatto tesoro, ad esempio, dell'efficacia del tavolo come strumento di comunicazione, di primo coagulo di attenzione e di dialogo con la gente, "catturata" (per così dire) nelle piazze e nelle strade. Così pure, da sempre, le strutture, i raggruppamenti "tematici", nati per la prima volta in ambito radicale in polemica con i partiti tradizionali, hanno costituito un elemento dirompente, polemico, orgogliosamente vincente dinanzi alla piattezza degli altri modelli organizzativi.
Nell'attuale crisi, in Italia, delle forme della politica, mentre solo due soggetti (il PDS, ex PCI e AN, ex MSI) possono contare su forme aggregative e di presenza sul territorio vecchie come modello ma ancora comunque funzionanti, tutti tentano e si sforzano di realizzare il cosiddetto "partito leggero". Nessuno però (tanto meno "Forza Italia") ha ancora potuto avviare l'esperienza che noi abbiamo accumulato da anni, a prezzo di sforzi ma anche di generosità umana e di intelligenza politica di centinaia e migliaia di amici e compagni - uomini e donne, anziani e ragazzi - che hanno dato un'ora, o un giorno, o anni di "tempo libero" per far crescere nel concreto, e non solo nelle parole d'ordine, la "rivoluzione liberale" del nostro tempo.
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