20 febbraio 1995(...)
I deputati dell'Intergruppo per la Riforma liberale ritengono necessario che il programma di legislatura con cui il "Polo delle libertà" dovrà presentarsi agli elettori si fondi sulle seguenti proposta di riforma costituzionale, politica ed economica.
1) Un Presidente direttamente eletto dei cittadini alla guida dell'esecutivo, libero di nominare e revocare i membri di un Governo dotato di ampi poteri regolamentari nell'applicazione delle leggi e nella gestione dei bilanci, ma sottoposto al controllo del Parlamento.
2) Un Parlamento eletto con un sistema integralmente uninominale maggioritario ad un turno, effettivo titolare del potere legislativo e del potere impositivo a livello nazionale.
3) Federalismo e cioè riduzione di alcune importanti competenze dello Stato, a vantaggio dell'Unione Europea da un lato e delle autonomie locali dall'altro.
4) La modernizzazione delle regole, passando da un sistema di troppe leggi complesse, incerte, contraddittorie e deresponsabilizzanti ad un sistema di poche regole semplici, certe, accettate ed applicate.
5) Ritrovare la certezza del diritto, con una radicale riforma dell'amministrazione giudiziaria, a partire dai sistemi d'elezione del CSM e della Corte Costituzionale. Abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale. I procuratori, se determinano la politica criminale in difesa degli interessi della collettività, devono essere eletti dai cittadini.
6) Un'Italia che torna nel cuore dell'Europa riproponendo il progetto federalista e mettendosi in condizioni di marciare alla velocità più alta.
7) Meno tasse, ma pagate da tutti.
8) Uno stato regolatore del mercato, ma non gestore dell'economia. Lo Stato non deve conservare la proprietà di imprese industriali, di banche e assicurazioni, nè affidare ad un solo gestore i maggiori servizi pubblici. Deve invece regolamentare la concorrenza, valorizzare i diritti dei cittadini e gli interessi dei consumatori e degli utenti.
9) Lavoro per i giovani: le eccessive rigidità del mercato del lavoro, i minimi salariali stabiliti a livello nazionale e non territoriale, l'eccessivo livello degli oneri sociali.
10) Uguaglianza nelle condizioni di partenza. La Repubblica deve promuovere la mobilità sociale e tutelare gli interessi dei ceti più deboli, innanzitutto offrendo uguali opportunità di formazione ai giovani. Occorre una scuola fondata su principi di libertà e responsabilità.
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