Roma 29-30 aprile 1 maggio 1995 Il Consiglio Generale del Movimento dei Club Pannella-Riformatori riunito a Roma il 29, 30 aprile e 1 maggio 1995, dopo ampio dibattito sulla situazione politica, istituzionale, economica, del nostro Paese, anche alla luce dei risultati delle recenti elezioni politico amministrative;
rivolge un riconoscente saluto agli elettori che hanno sostenuto con il loro voto e la loro fiducia le Liste e i Candidati dei Club Pannella-Riformatori, impegnati in una difficilissima, drammatica battaglia per la difesa politica della speranza e dell'alternativa democratica e antipartitocratica, liberale, liberista e libertaria, federalista europea, in quella che risultata per la congiunta responsabilità dei due Poli di Destra e di Sinistra, la più soffocata competizione elettorale, dal '46 ad oggi; soffocamento reso possibile anche delle reti televisive Fininvest;
ringrazia gli iscritti ed i militanti riformatori radicali, per la prova nuovamente offerta di forza politica organizzata e libertaria, per essere stati continuatori pressoché unici delle grandi battaglie ideali e politiche antifasciste ed anticomuniste, antitotalitarie ed antipartitocratiche del Movimento dei diritti civile ed umani italiani, contro blocchi sociali, culturali, di potere intimamente e violentemente conservatori e reazionari, restauratori e continuisti del Regime e dei suoi interessi;
ringrazia altresì quei compagni socialisti, laici, repubblicani, socialdemocratici, che, tanto più meritori quanto meno numerosi, si sono trovati ad interpretare la necessità di rinascita del loro patrimonio politico ed ideale, accogliendo il fraterno appello dei Club Pannella ad un impegno non solamente elettorale ma politico e strategico;
giudica l'insuccesso elettorale il prezzo che - in uno scontro fortemente antidemocratico, con una legge truffaldina ed eversiva dei risultati dei referendum, in particolare quello del 18 aprile 1993 - è stato pagato per una sempre maggiore assunzione di responsabilità politica e storica di fronte alla deriva antiliberale, antidemocratica, per molti versi tale da far ripiombare nell'illegalità le istituzioni, deriva cui il Polo di centro-destra non è più estranea;
deplora che lo stesso Silvio Berlusconi abbia ritenuto di dover e poter esplicitamente chiedere un voto contrario di condanna, per le liste dell'autonomia riformatrice, dell'alternativa contro lo jattante ritorno partitocratico, ma gli risponde rilanciando con tutta l'energia e la convinzione delle quali ancora dispone un'alleanza libertaria, liberale, liberista, referendaria, riformatrice che unisca Forza Italia ed il Movimento dei Club Pannella-Riformatori;
il Consiglio Generale constata che questa proposta di alleanza, con i suoi contenuti, con i suoi obbiettivi, le sue ragioni è stata lasciata costantemente cadere, per dare invece spazio e vita ad operazione e scelte di maggioranza, di governo, di partiti, di metodi e di accordi che rischiano ora di travolgere nel giro di settimane la stessa leadership di Silvio Berlusconi, il patrimonio da lui donato con la sua scesa in campo contro i prescritti vincitori e dominatori dell'elezione del 27 e 28 marzo, con il progetto radicalmente liberale e riformatore sostenuto dalla maggioranza degli elettori e dall'opinione pubblica;
il Consiglio Generale lancia quindi un fraterno, pressante, appello a Silvio Berlusconi perché con chiarezza e decisione superi di slancio la palude partitocratica nella quale rischia di essere definitivamente racchiuso e battuto, perché si rivolga direttamente al Paese, alle donne ed agli uomini d'Italia, chiamandoli a democratica raccolta e battaglia per immediatamente imporre il passaggio alla seconda Repubblica, per sperare e travolgere i partiti anticostituzionali della partitocrazia, oggi moltiplicatisi e dilaganti da una parte all'altra, dalla Sinistra alla Destra, passando per il Centro, per vincere così le elezioni ed i referendum riformatori, in una campagna di settanta settimane al massimo, creando le premesse per la Riforma presidenzialista, federalista, bi o tripartitica di modello americano entro il 1997.
Nell'attuale assetto e nella concreta politica del Polo delle Libertà, del Buongoverno e della Solidarietà, nel loro convergere di fatto con la politica sia del Presidente della Repubblica, sia di un Partito dei Giudici che sta sovvertendo l'ordinamento e ha nel Procuratore Borrelli la sua punta di lancia, sia nello schieramento imperniato sul PDS e sull'intero parastato sindacale, assistenziale, corporativo; in tutto ciò il Consiglio Generale del Movimento dei Club Pannella-Riformatori indica la più concreta e definitiva minaccia di eliminazione della leadership di Silvio Berlusconi, e quindi della sua esistenza politica; minaccia incombente, ma che può forse ancora oggi essere battuta e rovesciata nel segno.
Le condizioni oggettive per il realizzarsi di questo evento sono ormai tutte riunite. La campagna referendaria che è già in corso, ma che sarà aperta formalmente l'11 maggio, costituisce ora l'unico, forte strumento per scongiurare l'irrimediabile degrado della speranza e delle realtà liberali, liberiste, libertarie nel nostro Paese.
Alla luce dei deliberati della Assemblea Costituente del Movimento, dei Consigli Generali, del Congresso, che qui richiamiamo, e delle negative risposte fin qui ad essi date, alla luce delle evidenze negative che le elezioni del 23 aprile hanno rafforzato e non causato, il Movimento constata che senza il salvataggio della tenuta dei referendum dell'11 giugno verrebbe ormai a mancare ogni possibilità di confermare e riproporre un'organica e strategica alleanza con Silvio Berlusconi, Forza Italia, e l'intero Polo. A Silvio Berlusconi ricorda l'impegno pubblicamente preso in occasione del Congresso del Movimento di impedire in ogni caso e con ogni mezzo legale il sequestro dei referendum da parte del Parlamento partitocratico. Se questo non accadesse, dunque, per quanto riguarda il Movimento, sarebbero da considerarsi irrimediabilmente superate la prospettiva, la praticabilità, l'attuabilità dell'alleanza e della riforma liberale con chi pur vinse, per questa speranza suscitata nel Paese la prova dello scors
o anno.
Per realizzare il suddetto salvataggio dei referendum, il Consiglio Generale del Movimento invita i Club, i militanti e gli iscritti ad una straordinaria mobilitazione di pressione sugli eletti delle proprie circoscrizioni e dei propri collegi, sul Presidente della Camera e sul Presidente della Repubblica, da attuarsi tramite l'invio di fax, lettere, telegrammi ed ogni altra iniziativa non violenta.
Il Consiglio Generale denuncia la grave difficoltà fino ad ora incontrata nella campagna di autofinanziamento secondo gli obiettivi previsti dal bilancio preventivo per il 1995, difficoltà che il Movimento nel suo insieme si impegna a rimuovere anche per garantire nell'immediato le risorse necessarie alla raccolta delle firme per la presentazione dei diciotto quesiti già depositati presso la Corte di Cassazione, raccolta che rischia altrimenti di venir compromessa.
Il Consiglio Generale del Movimento rivolge, per finire, un appello a tutti i militanti e gli iscritti, a tutti e a ciascuno dei suoi membri, a cominciare da quelli eletti in Parlamento nel 1994, con uguale fraternità e volontà di amicizia, perché assieme, quali che siano state le vicende polemiche e le incomprensioni recenti, nel pieno rispetto dei principi generali che regolano le organizzazioni democratiche, e più di ogni altra quelle libertarie, e delle responsabilità proprie a ciascuno, del valore del dialogo e della tolleranza - che non può non essere onorato e difeso se lo si priva di qualsiasi conseguenza e organizzativa e politica, operino per affermare gli obiettivi ideali e politici del Movimento, così precisati e ribaditi.
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