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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 31 maggio 1995
Peppino Calderisi, sole 24 ore 30 maggio 1995
Sarß un colpo alla partitocrazia

Il turno unico semplificherebbe ulteriormente il sistema elettorale, favorendo la nascita di coalizioni pi· omogenee.

Il referendum estende a tutti i comuni l'elezione diretta del Sindaco e il sistema elettorale maggioritario a turno unico, abolendo pertanto il sistema proporzionale con premio di maggioranza ed eventuale doppio turno, oggi vigente per i comuni con pi· di 15mila abitanti. Votando "si" si migliora nettamente l'importante riforma ottenuta con la legge n. 81 del '93.

Con il referendum si riduce fortemente la frammentazione e la proliferazione di partiti e liste elettorali.

Anzich avere un gran numero di candidati a sindaco, collegati ciascuno a una molteplicitß di liste (come avviene oggi nei Comuni con pi· di 15 mila abitanti dove al primo turno, a causa del sistema proporzionale, sono state spesso presentate fino a trenta liste!), si avrebbero pochissimi candidati a sindaco collegati ciascuno a una sola lista: il sindaco e la relativa lista che ottiene pi· voti e vince e governa il Comune con la maggioranza assoluta dei seggi.

Il referendum vuole facilitare la presentazione agli elettori di proposte di amministrazione degli enti locali pi· omogenee e coese: infatti, perch mai forze politiche e sociali che vogliono governare assieme un comune, che hanno lo stesso candidato e lo stesso programma si devono presentare agli elettori in modo diviso, con quattro, otto o anche pi· liste concorrenti e litigiose tra loro?

Se si vuole superare davvero la partitocrazia questo un passaggio essenziale.

Il referendum rafforza l'autonomia del sindaco rispetto ai partiti. Infatti il sindaco condizionato molto di pi· dalla presentazione delle liste di tanti partiti che devono poi affermare la propria diversa identitß nelle istituzioni comunali rispetto a quanto possa avvenire con un'unica lista di coalizione in cui i partiti hanno preventivamente rinunciato a far valere la loro specifica identitß. Del resto, l'articolo 49 della Costituzione parla di partiti per determinare la politica "nazionale".

Sull'autonomia del sindaco ha invece scarsissima influenza la possibilitß dell'elettore di esprimere un doppio voto (cio la possibilitß di un voto disgiunto, uno per il sindaco e l'altro per una lista anche non collegata a esso) come previsto oggi per i Comuni con pi· di 15mila abitanti. Questa tesi, sostenuta dal comitato del <> ha scarso fondamento, come dimostra il bassissimo numero di elettori che utilizza il doppio voto in modo disgiunto.

Il referendum mira anche a semplificare il sistema elettorale in modo che l'elettore sappia con certezza quale la conseguenza del proprio voto e possa votare con una scheda comprensibile (le montagne di schede nulle e di errori nel voto del 23 aprile stata causata proprio dal meccanismo elettorale troppo complesso).

Si dice che il turno unico comporterebbe una minore legittimazione democratica rispetto al sistema con il ballottaggio. Valgono in proposito due considerazioni. Innanzitutto con il turno unico non vi sarebbe pi· una miriade di candidati a sindaco, ma un numero molto contenuto, come dimostra l'esperienza dei Comuni con meno di 15mila abitanti. Pertanto la probabilitß di elezione con percentuale bassa sostanzialmente inesistente. In secondo luogo, il doppio turno porta a un calo enorme dei votanti, come abbiamo visto anche il 23 aprile scorso. Spesso la percentuale del 40-45% al primo turno corrisponde a un maggior numero di elettori, in valore assoluto, rispetto a quella del 55% al secondo turno.

Il referendum (che stato promosso dal Movimento dei club Pannella-Riformatori con l'apporto della Lega e di molte personalitß liberaldemocratiche nell'autunno 93' e che fu sottoscritto anche da Mario Segni) ha una forte valenza antipartitocratica. La vittoria del <> in questo referendum tanto pi· importante perch servirebbe a bloccare le fortissime tendenze in atto verso un ritorno alla proporzionale e, con essa, alla restaurazione assoluta della partitocrazia.

 
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