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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 12 giugno 1995
SINTESI DELLA CONFERENZA STAMPA DI MARCO PANNELLA IL 12 GIUGNO ALLE ORE 15:00 ALLA SALA STAMPA DI MONTECITORIO.
FORZA ITALIA SI TRASFORMI IN UN GRANDE RASSEMBLEMENT ATTORNO AD UN PROGRAMMA DI RADICALE RIFORMA LIBERALE, LIBERISTA, LIBERTARIA, ANTIPARTITOCRATICA DELLE ISTITUZIONI E DELLA POLITICA. BERLUSCONI RIVOLGA UN APPELLO DIRETTAMENTE AL PAESE, LIBERANDOSI DALLE PASTOIE PARTITICHE NELLE QUALI E' AVVILUPPATO.

ROMA, 12 GIUGNO 1995

Silvio Berlusconi deve ormai decidersi. I referendum hanno dimostrato che il paese risponde - anche meglio del 27 Marzo 1995 - all'appello liberale su proposte e rifiuti concreti. Occorre che questo appello ci sia, e sia tale da concernere la speranza di una radicale Riforma liberale, liberista, libertaria (ripeto: libertaria e liberista), risolutamente antipartitocratica.

Il Movimento dei Club Pannella - Riformatori chiede a Silvio Berlusconi di fare di "Forza Italia" e della sua leader-ship politica una grande Unione, un grande "Rassemblement", nuovo, una nuova partenza, per andare alle elezioni in tale modo e in tale prospettiva, cessando di esercitare il suo ruolo nel chiuso di incontri e di alleanze fra partiti (e di loro leader), nelle quali si logora e logora l'entusiasmo e la speranza di tanta parte dell'Italia, in particolare il SUD, e le Regioni e gestione rossa da cinquant'anni.

Il paese sceglie positivamente se si trova dinanzi a confronti, scontri, dal carattere alternativo, senza possibilità di derive consociative e partitocratiche, per le quali giustamente trova meglio attrezzato il mondo d'alemiano e prodiano.

Radicalità di scelte e di metodi, abbandono del tentativo sin qui praticato, che si è risolto in una serie si sconfitte, di creare coalizioni, o di subirne il costo anche se non accetabile, come quelle con Bossi, prima, e con gli spezzoni dell'ex DC, radicalità di scelte, dunque, per rivolgersi direttamente al paese.

Occorre, per questo, la denuncia forte, irrevocabile della ripresa partitocratica, della vecchia politica, che ha insabbiato il rinnovamento e "Forza Italia". Se quest'appello diretto al Paese sarà fatto in modo inequivocabile, gran parte dell'elettorato dei Polo dello scorso anno, e consistenti margini dell'elettorato progressistà e prodiano s'unirebbe direttamente sotto la sua guida.

Il Movimento dei Club Pannella - Riformatori, per sua parte, sull'onda dei risultati referendari, anche di quello, numericamente forse perso, sui Comuni, si propone come federatore di una Unione Federalista dei Riformatori, che abbia come insuperabile ragione sociale il trittico Presidenzialismo, Federalismo, Bipartitismo "americano", leggi elettorali omogenee a tutti i livelli.

Questa Unione deve organizzare e potenziare la grande forza democratica e federalista dei parlamentari che sono uscita su posizioni liberali, liberista, oltre che federaliste, dalla Lega, e che devono essere considerati (esattamente all'opposto di quanto é stato fatto alle ultime elezioni regionali) come una delle potenzialità politiche ed anche elettorali più preziose, e che l'Unione dovrà difendere nelle legittime e doverose loro aspettative; cosi come quegli eletti del Polo, di quale componente siano, che riterrano di poter e dover assicurare il loro apporto alle scelte ideali e politiche che portarono al successo del 27 Marzo e delle elezioni europee.

Solamente essendo in tal modo interlocutori e alleati, in tal modo, non solamente disposti, ma determinati ad essere anima dell'alternativa liberale a leader-ship di Silvio Berlusconi, si renderà possibile, più facile, il ritorno di quest'ultimo ad una grande funzione storico-politico per il Paese.

Il Movimento dei Club Pannella - Riformatori precisa quanto segue:

1) Sulle sue dodici opzioni referendarie ("Nove si, tre no") otto sono a questo punto confortate da successo, due sono state inequivocabilmente battute, e su due altre si può legittimamente comunque parlare di successo politico.

2) In particolare la grande riforma Comunale se sarà mancata lo sarà inequivicabilmente a causa della scelta di oscurare - ai limiti dell'ostracismo - ogni altro referendum che non fosse televisivo, scelta di scarsa forza e dignità politica, pari a quelle che hanno portato alla sconfitta del 23 aprile e del 7 maggio. Non si può creare la seconda Repubblica se si continuasse a praticare una sorta di perenne navigazione a vista, e di politica giorno per giorno.

 
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