6 GIUGNO 1995, ORE 21, SEDE DI VIALE ARGONNE, 6ASono presenti Francesco Benzi (Presidente), Enzo Dia (Tesoriere),
Raffaele Sandolo (Direttivo), Giuseppe Aiosa, Giovanni Benzoni,
Fabio Campagna, Dario De Muro, Francesco Dia, Roberto Gattone,
Elvira Lezzi , Paolo Meini, Francesca Miceli , Andrea Nascimbene,
Massimo Piredda, Lisa Righetti, Pierpaolo, Righetti Paolo, Mario
Romeo, Marco Rossarola, Mauro Zucca.
Il presidente ricorda le iniziative in corso per la raccolta delle
firme sui 18 Referendum e le poche iniziative di propaganda per
l'11 giugno e denuncia l'assoluto rifiuto della stampa locale di
dare spazio e informazione ai referendum. Ricorda inoltre le
motivazioni che hanno portato alla proposizione di una Mozione,
allegata alla lettera di convocazione. Questa mozione è stata
proposta a un'assemblea regionale informale dei Club Pannella
dello scorso 27 maggio per sollevare il problema della difficoltà
per i singoli Club di far pervenire la propria voce agli organi
decisionali e della difficoltà di sviluppare una politica locale
in mancanza di una scelta precisa del Movimento. Questo in
particolare con riferimento alla freddezza con cui era stata
accolta da alcuni aderenti al Club il lancio della Campagna dei 18
Referendum.
Non essendo stata discussa in quella circostanza viene ora
riproposta e messa in discussione. Il presidente ricorda inoltre
che la recente riunione di Grottaferrata della Segreteria del
Movimento ha insistito per l'ampliamento dei Club e in particolare
per la formazione di Club Tematici. Ricorda inoltre che in
occasione della campagna dell'11 giugno è stato preparato un
volantino in forma di giornalino RIFORMARE PAVIA che potrebbe in
futuro essere utilizzato come strumento di dibattito anche a
livello locale. Si apre la discussione generale che è qui
riassunta nei punti principali.
Fabio Campagna ritiene sbagliata la Mozione perché da essa
traspare una presunta impossibilità del Club di lavorare a livello
locale, che in realtà non esiste, perché non dobbiamo chiedere
autorizzazioni per lavorare in questa direzione.
Enzo Dia ritiene invece che proprio la mancanza di una chiara
linea nazionale che definisca la scelta se vogliamo essere
Movimento o Partito, preclude la possibilità di lavorare
localmente, perché manca l'autorità data al Club locale di
interloquire con le altre forze politiche e i cittadini.
L'organizzazione del partito deve essere di tipo inglese, dal
basso all'alto, per garantire anche la continuità e il ricambio
della classe dirigente; non è contrario alla scelta di Movimento,
purché sia dichiarata.
Andrea Nascimbene Si chiede se il Partito Riformatore nel quale
dovrebbe trasformarsi il Club non sia in contraddizione con la
scelta uninominale (Si chiarisce che per Partito Riformatore si
intende un partito del 51% a cui giungere attraverso l'Unione dei
Riformatori). Comunque si dice contrario a Partiti burocratizzati.
Paolo Meini concorda che parlare ora di partiti è superato e fuori
luogo. Inoltre noi non abbiamo né i mezzi nè la capacità di
radicarci (così è sempre stato).
Roberto Gattone: non gli interessano il partito. La scelta è già
stata fatta con lo scioglimento del Partito Radicale, quando si è
introdotta l'idea del Movimento come Contaminazione in mezzo a
tutte le forze politiche.
Paolo Righetti Non si tratta di discutere qui di Partito o
Movimento. Il vero problema sollevato dalla mozione è quello della
attuale struttura del Movimento che crea difficoltà di elaborare a
livello di base esperienze specifiche, di confrontarci con altri
Club e di dare un contributo alla segreteria nazionale.
Elvira Lezzi è d'accordo parzialmente con quanto dice Paolo, in
particolare l'esigenza di maggiore contatto tra base e vertice, ma
non capisce la formulazione del punto a) del dispositivo della
mozione, dove si parla di Partito, perché non capisce cosa
vuoldire trasformarci eventualmente in partito. Ritiene utile
rivedere la formulazione.
Enzo Dia ribadisce che l'organizzazione attuale del Movimento è
stupida, perché se è giusto che le decisioni le prenda il Leader
(infatti la democrazia nel movimento è un mito), in pratica a
livello di Club possiamo solo raccogliere firme, ma non
sviluppare le singole potenzialità.
Fabio Campagna capisce l'insoddisfazione che si manifesta nei
momenti assembleari e la sensazione che non si conti, ma non si
può comunque mettere in dubbio la democrazia del Club Pannella,
che ne è anzi uno dei migliori esempi.
Sandolo richiama l'ordine del giorno, e precisa che la mozione
era nata in un particolare momento politico, con lo scopo di
verificare se anche in altri Club c'era una certa insoddisfazione
e come affrontarla insieme.
Francesco Benzi conferma l'origine della mozione e la ritiene
ancora valida come tema di discussione e eventualmente di
provocazione, ma il dispositivo in cui si parla di Partito e
Movimento gli sembra debole.
Raffaele Sandolo ritiene che la mozione in sè sia superata, ma
conferma la necessità di scegliere se darsi una struttura più
organizzata da Partito (che non è una brutta parola) o restare
movimento. In questo ultimo caso però preferisce aderire alle
iniziative del Partito Radicale.
Francesco Dia cerca di chiarire la differenza tra Movimento e
Partito. Il primo è un contributo di idee, il secondo ha
l'obiettivo della rappresentanza a livello locale e nazionale, su
questo si deve scegliere.
Dario De Muro è contrario alla mozione. In realtà il nostro così
com'è è già un partito all'americana (di tipo weberiano, non
leninista) che esiste e si rafforza soprattutto in occasione delle
elezioni e poi svolge funzioni di dibattito e lobby.
Il presidente apre la fase di votazione. Propone di eliminare il
punto a) della mozione, eliminando i riferimenti alla
contrapposizione tra Partito e Movimento, e mantenendo il punto b)
che si richiama al problema della rappresentanza della base.
Enzo Dia chiede che si voti sulla mozione così com'è ed
eventualmente dopo su alternative. La mozione è messa ai voti e
bocciata a maggioranza.
Giuseppe Aiosa propone di votare la stessa mozione con il seguente
emendamento sul punto a)
(Vedi Mozione Allegata)
La mozione emendata è messa ai voti e approvata a maggioranza.
Successivamente Campagna ritiene che sia più opportuno mandare un
documento più articolato e meditato e Gattone a sua volta chiede
che si voti una mozione meno restrittiva,
con il solo riferimento al problema della rappresentanza della
base. Le proposte non sono accolte dal Presidente in quanto in
contrasto con la mozione già approvata. Tuttavia in una votazione
informale sull'ultima ipotesi di mozione quest'ultima è comunque
bocciata.
Il Presidente conclude invitando a proseguire e intensificare la
raccolta delle firme e inoltre, rivolgendosi in particolare a chi
non si sente coinvolto nella campagna referendaria a proporre
iniziative anche a livello locale (in particolare sui temi già
affrontati in passato dei diritti del cittadino e del difensore
civico) per dare maggiore sostanza comunque alle attività di tutti
gli iscritti al Club. MOZIONE APPROVATA DALL'ASSEMBLEA DEL CLUB PANNELLA RIFORMATORI
DEL PAVESE I
L'Assemblea del Club Pannella Riformatori del Pavese I, riunita il
6 giugno 1995
- nel ribadire l'impegno di lotta per la difesa dell'Istituto
referendario minacciato da violenti attacchi che provengono da
forze politiche e dalle più alte istituzioni dello stato;
- nel riconfermare l'intenzione di rispondere ad esse con il
rilancio della campagna di raccolta firme per i 18 Referendum e
con altre azioni di informazione e mobilitazione nonviolenta;
- constatando d'altra parte la necessità di rafforzare il proprio
ruolo come forza politica anche a livello locale e di trovare le
forze, gli spazi e l'autonomia per dare vita a iniziative che
facciano presa fra i cittadini a livello territoriale, anche per
ribadire alcune importanti ragioni della costituzione del Club;
- osservando che negli ultimi mesi una riflessione in questa
direzione non ha potuto svolgersi, anche a causa della sequenza
incalzante di avvenimenti e impegni politici di rilevanza
nazionale e che pertanto non è stato possibile portare alla
discussione del Consiglio Generale e del Congresso queste
tematiche;
CHIEDE AL CONSIGLIO GENERALE
a) di convocare, dopo la data dell'11 giugno, nei tempi più
opportuni un Congresso Straordinario del Movimento dei Club
Pannella Riformatori che preveda di stabilire una precisa scadenza
al processo di formazione dell'Unione dei Riformatori, nella quale
il Movimento possa confluire, apportandovi lo straordinario
contributo di esperienza, cultura liberale, libertaria e
riformatrice, come per altro deliberato nel Congresso di febbraio.
Unione dei Riformatori che sia comunque forza capace di aspirare
al conseguimento della maggioranza alle competizioni politiche,
per governare il paese verso le necessarie e urgenti riforme di
stampo anglosassone.
Qualora vengano a mancare i presupposti perché ciò avvenga nei
tempi prestabiliti si chiede agli organi competenti di
intraprendere decisamente e senza incertezze la scelta di essere
fino in fondo movimento, rinunciando quindi coerentemente alla
partecipazione a qualsiasi competizione elettorale, ricorrendo ad
altri strumenti di lotta per il conseguoimento degli obiettivi di
riforme dello Stato e della società;
b) di promuovere a tale scopo un dibattito precongressuale
articolato anche a livello territoriale, con regole definite e
aperto a tutte le forze liberali e riformatrici e a tutti quanti
comunque vi vogliano contribuire.