Purtroppo, non sono così ottimista sul fatto che sia presto raggiunto il raddoppio dei club. Troppe tentazioni concorrono invece a fare fallire il risultato, anche perché da troppe parti si ha la consapevolezza che questi club possono essere un forte, insostituibile elemento propulsivo del cammino della politica verso obiettivi autenticamente liberali, liberisti, ecc. E' forse proprio questo che fa paura, che infastidisce chi in fondo pensa alla politica, ancora, in termini di mediazione "governata". Io invece sono profondamente certo che il paese abbia ancora estremo bisogno di una "rivoluzione liberale" autogestita, capace di imprimere una accellerazione verso traguardi ambiziosi: chi avrebbe detto, una settimana fa, che certo sindacalismo di Stato sarebbe stato messo in crisi dai referendum, e chi avrebbe pensato che finalmente si potessero mettere quanto meno in discussione i privilegi dei commercianti, oggi quando Giovannini si lamenta che i giornali in Italia non si vendono anche per il monopolio detenuto dagli edicolanti, veri feudatari taglieggiatori dell'interesse comune?
Auguri, e arrivederci a giovedì.