Il Consiglio Generale del Movimento dei Club Pannella-Riformatori, riunitosi in Roma dal 22 al 25 giugno 1995, udite le relazioni e le proposte del Presidente, dei Segretari nazionali, in particolare quelle del Coordinatore e del Tesoriere, e quella di Rita Bernardini, dopo ampio dibattito le approva.
Il Consiglio Generale ringrazia in particolare quanti in Italia hanno consentito il successo della grande prova referendaria, malgrado l'antidemocraticita' e, per molti versi, l'illegalita' con cui il regime partitocratico ha in ogni modo cercato di difendersi e di soffocare ogni voce d'opposizione e di alternativa. Come gia' per le elezioni amministrative del 23 aprile/7 maggio 1995, sotto l'egida della "par condicio" la violenza della fazioni, di nuovo per troppi versi consociate, corrotte e corruttrici, restauratrici dei peggiori aspetti partitocratici, ha cercato di occultare il carattere di regime cui ormai si va riducendo la contrapposizione fra i due blocchi di destra e di sinistra. Tanto maggiore e' dunque il successo pieno riportato dal Movimento su otto dei quesiti referendari, la grande affermazione contro il sistema doppioturnista sulla legge per i Comuni, e la risposta di un terzo dell'elettorato sui referendum liberisti sul commercio combattuti da tutti i partiti della desta e della sinistra
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Il Consiglio Generale rileva che il Movimento dei Club Pannella - Riformatori, in poco piu' di un mese, ha quasi raddoppiato il numero dei Club, in condizioni di estrema difficolta' politiche e democratiche generali, elettorali e referendarie, segnale che nel paese e fra i cittadini democratici la resistenza e la volonta' di liberazione, di nuovo, tornano ad organizzarsi ed a comprendere la urgenza di radicalita' di alternativa e di lotta contro il terzo tempo, in atto, della prima Repubblica partitocratica.
Occorre che questa tendenza sia in ogni modo sostenuta, rafforzata, e rianimi forze e individui all'interno dei due blocchi di destra e di sinistra, in particolare quello di destra, in sintonia con gli ideali e le proposte avanzati per il 27 Marzo 1994 da Silvio Berlusconi, dagli autentici federalisti, liberali, liberisti, libertari, federalisti europei, riformatori. Il Movimento deve esser proteso a immediatamente assicurare questo obiettivo, arrivando entro 10 settimane al massimo alla Costituente dell' Unione Federalista dei Riformatori, per tempestivamente assicurare una risposta anche politico-elettorale al riproporsi nella concretezza dei fatti come nel 1977 e successivi, di un sistema di potere partitocratico e antidemocratico, innanzitutto antiliberale, che conglobi quasi l'intera classe dirigente, le culture e le strutture dominanti da 80 anni in Italia.
A destra, ma necessariamente anche a sinistra, come i referendum hanno dimostrato, i riformatori ed i liberali, i federalisti ed i democratici possono ancora contare su grandi attese, esigenze di massa nel paese. Il rafforzamento, la moltiplicazione dei nostri Club ovunque, specie nelle Regioni dove il potere burocratico ha acquisito il carattere di un ordine autoritario, nel Sud e nelle isole, nel Nord con le sue forze e le sue tradizioni federaliste, devono costituire immediatamente il catalizzatore di quanti intendono con l'Unione Federalista dei Riformatori costituire anche il punto fisso di riferimento per uno dei due grandi Partiti democratici che, in alternativa, sono necessari alla democrazia in Italia, e l'arma per le urgenze dell'oggi.
Il Consiglio Generale del Movimento ribadisce l'assoluta necessità che il grande progetto liberale referendario dei 18 nuovi quesiti riformatori venga assicurato per la primavera del 1996, questa sola possibile garanzia contro l'indefinito proseguirsi di una gestione antidemocratica della politica e anticostituzionale delle istituzioni, di conservazione degli interessi tutelati in solido dal sistema di potere attuale. Chiama a raccolta tutti gli antifascisti, i liberali, i democratici e i federalisti affinchè, firmando per i 18 referendum difendano con l'istituto referendario le stesse istituzioni repubblicane dal ritorno della concezione sacrale del diritto ed etico-corporativo dello Stato.
Il Consiglio Generale delibera:
1) la costituzione di un organo politico straordinario, del quale facciano parte i parlamentari che aderiscono al Movimento, il Comitato Nazionale di Presidenza, per ulteriormente rafforzarne la rappresentatività e l'opera per giungere alla Costituente dell'Unione. Il Comitato Nazionale di Presidenza, in particolare e nel rispetto delle competenze statutarie, dovrà elaborare la proposta di Statuto dell'Unione, calendario e norme transitorie, anche in vista delle elezioni politiche anticipate, per le quali il Movimento ribadisce l'immediata necessità. La fase costitutiva del Comitato non potrà protrarsi oltre il 15 luglio.
2) il rilancio dell'iniziativa referendaria, anche attraverso una brevissima pausa tecnica necessaria, raccomandando la immediata formazione dei 18 Comitati promotori operativi, sotto la responsabilità diretta di altrettanti coordinatori. Il Consiglio fa appello a tutti i militanti democratici e dei diritti civili per superare il riflesso di ostracismo e di rimozione che, specie per referendum quali quello sull'aborto, quelli sulla caccia, l'obiezione di coscienza, legalizzazione dei derivati della cannabis, la riforma anglosassone delle istituzioni, ha sin qui prevalso indisturbato nell'area e fra le persone dell'area prodiana e dalemiana, anche con quelle iniziative nonviolente che dopo anni e anni di censura e di rimozione siano pienamente legittime e doverose.
In particolare per i referendum sulla magistratura il Consiglio rivolge un appello urgente alle Camere Penali, all'avvocatura, a tutti coloro che ne comprendono l'essenziale, ineludibile opportunità perché vengano immediatamente raccolte le ingenti somme di danaro necessarie per una grande campagna di informazione e di mobilitazione della opinione pubblica. Lo stesso appello e' rivolto a tutte le forze, civili, politiche, imprenditoriali, economiche, sociali a sostegno dell'intero progetto referendario.
Il Consiglio Generale indica in Silvio Berlusconi il leader politico cui si rivolge prioritariamente la proposta riformatrice, la volonta' di alleanze atte a conquistare una radicale alternativa di sistema e di regime, la speranza di una comune battaglia. Base della proposta e' quella del nostro Congresso e del Consiglio Generale di marzo 1995, avendo a fondamento il Manifesto- Appello di Forza Italia e del Movimento; i punti programmatici a suo tempo datisi dai parlamentari dell'intergruppo per la riforma liberale, il sostegno limpido e senza riserva all'istituto referendario ed al progetto, nel suo insieme se non nella puntualita' dei singoli quesiti, per il 1996.
Il Consiglio Generale afferma in modo inequivocabile che, attualmente nessuno dei due blocchi puo' esser ritenuto adeguato, atto ad assicurare un Governo liberale, libertario, liberista, federalista, democratico e riformatore del paese. Non l'attuale blocco di potere restauratore della cosidetta sinistra, ma nemmeno il Polo, ormai assolutamente irriconoscibile, in quanto tale, che include in modo perfino provocatori o forze tardo-partitocratiche, restauratrici, consociative e illiberali. Solamente una scelta alta, immediata, di Silvio Berlusconi rivolta direttamente al paese per invitarlo all'unione antipartitocratica ed all'alternativa liberale, puo' dunque consentire al Movimento, ed al paese, il pieno sostegno democratico e di vittoria.
Il Consiglio Generale denuncia nel protrarsi di un Governo detto di tecnici, assolutamente estraneo alla cultura democratica, e alla tradizione costituzionale repubblicana, un fattore di degrado della vita civile e politica, e nel sostegno ad esso dato da un blocco trasformista tale quale l'Italia non ha conosciuto dalla fine dello scorso secolo, una manifestazione di assoluta impresentabilita' e inaffidabilita' di coloro che l'hanno voluto e lo impongono. L'Italia ha gia' purtroppo pesantemente pagato l'illusione trasformistica per non farsene ulteriormente colpire.
Il Consiglio rivolge il suo augurio a quanti, professando i nostri stessi obiettivi in questo momento, hanno scelto di condurre la loro battaglie all'interno del Polo di centro-destra, all'interno della sua disciplina e della sua prioritaria solidarieta'. E si augura che anche ne blocco opposto tale esempio venga seguito. Ma, nel contempo, il Consiglio Generale riafferma la necessita' che, fino al formarsi della seconda Repubblica, o del suo partito, la grande tradizione dei movimenti per i diritti civili e umani, delle lotte libertarie e liberali, venga non solamente mantenuta ma sia rilanciata in pienezza di autonomia, di organizzazione, di responsabilita', di prudenza e di coraggio, contro ogni illusione opportunistica, per seria e nobile che possa essere, e contro imprudenti abbandoni della propria storia politica autonoma a favore di altre, purtroppo assai conosciute, tanto "noviste" quanto vecchie e perdenti.