ha legalizzare le droghe e' il medesimo per il quale alcune femministedell'epoca dell'aborto avevano interesse a legalizzare l'aborto; esse
si sarebbero cosi' trasformate da agitatrici politiche in efficenti
consulenti terapeutiche o in ginecologhe affermate, sempre pronte a
scusare e perdonare, e sopratutto a non risolvere.Oppure a conquistare
un potere politico personale sugli appoggi ricevuti durante quella
campagna elettorale.Naturalemte il potere reale lo hanno conquistato
le prime a dispetto delle seconde. Poche sono state infatti le donne
che hanno saputo trasformare quella decisione in qualcosa di positivo
per le donne. Altrettante poche hanno messo in discussione sia la loro
professione che il proprio potere personale.Tutto andava bene, pur di
continuare "a bere".Con la droga ci troviamo nella medesima
situazione. Coloro che distribuiscono le droghe non solo lo fanno
sempre con l'avvallo del potere (capocameriere) ma hanno tutto
l'interesso a farḷa diventare una vera e propria professione inserita
nel sistema di legalizzazione ; cio' consentirebbe di trasformare le
odierne "pizzerie", in autentici luoghi di distribuzione al fine di
coltivare meglio attivita' ben piu' remunirative. (nel caso
dell'aborto, sterilizzazioni a cifre mastodontiche, soldi versati
dalla regione per la prevenzione, inseminazioni artificiali in carenza
di legislazione,e quant'altro serve a mantenere in piedi un baraccone
che trova la sua ragione di esistere, solo all'interno di un mercato
di fatto di monopolio , o al massimo di duopolio come l'Aied)Tutto
cio' e' chiaro che e' legale, cio' che bisogna chiederci e' se e'
morale fungere da scusa rispetto allo Stato che non interviene proprio
in quanto c'e' chi da molto tempo contribuisce a togliergli le
castagne dal fuoco.Per cio' che riguarda le droghe la situazione
potrebbe essere come ben capite di molto peggiore.Se poi pensate che
droghe e prostituzione sono di fatto mercati collegati capite che e'
difficile pretendere di legalizzare le droghe senza contemporaneamente
legalizzare la prostituzione.E si ritorna a bomba. Dobbiamo quindi
chiederci e' preferibile depenalizzare lasciando ad ognuno il compito
di provvedere oppure agire da agente di collegamento rispetto al
"bevitore" o all'utente della prostituzione? Come ben capite questo
per uno Stato civile si scontra con un problema d'ordine superiore,
ovvero morale.A me personalmente fa orrore sia la prostituzione intesa
come lavoro, sia lo Stato lenone, sia lo Stato che collabora con chi
"beve" e un mucchio di altre cose.Altre posizioni di puro stampo
liberale sono per me da inserire in quelle visioni aristocratiche con
le quali come socialista non ho niente a che spartire.