associazione politica e culturale"Manifesto della Convenzione per la Riforma liberale"
Con il voto referendario del 18 aprile 1993 e quello politico del 27 marzo 1994 si è manifestata in Italia una esigenza di liberazione da una serie di tirannidi che affliggono la società civile, il sistema politico, l'attività produttiva ed anche la vita personale: partiti devastatori dello Stato, istituzioni svuotate, organizzazione statale superata, amministrazione pubblica inefficiente, fisco oppressore, economia frenata, sindacati burocratizzati, giustizia mal amministrata, istruzione di Stato sclerotizzata ed arretrata.
Benché gli eventi successivi non abbiano soddisfatto queste esigenze, il bisogno di liberarsi delle tirannidi illiberali è ancora tra noi. Larghi strati di cittadini sono divenuti sempre più consapevoli che l'uscita dal buio della repubblica è possibile solo con riforme delle istituzioni e della politica. E' ora chiaro che persino un fenomeno come quello di Tangentopoli non è dipeso tanto dalla corruzione di questo o quel mariolo o manigoldo, ma da un indebolimento dello Stato di diritto.
La "Convenzione per la riforma liberale" intende contribuire a trasformare questa esigenza di liberazione in un progetto liberale. Ciò che occorre non sono prediche moraliste, uomini nuovi, salvatori della Patria, buoni sentimenti, bensì una Costituzione liberale, scritta e praticata, in cui l'asprezza necessaria della vita pubblica e la sua inevitabile fortuità siano disciplinate da regole che bilancino i poteri e le parti e mettano al primo posto la libertà dei cittadini. Idee liberali devono ispirare un Polo liberale, e un Polo liberale deve realizzare una politica liberale.
La Convenzione identifica nel seguente decalogo gli obiettivi più importanti ed urgenti:
1. Riforma costituzionale in senso presidenzialista con un Capo, dello Stato direttamente eletto dai cittadini alla guida dell'esecutivo.
2. Parlamento eletto con un sistema integralmente uninominale maggioritario ad un turno, titolare del potere legislativo, di controllo, ed impositivo a livello nazionale.
3. Federalismo politico e fiscale, con riduzione delle competenze dello Stato a vantaggio dell'Unione europea da un lato e delle autonomie locali (comuni e regioni) dall'altro, con trasferimento di competenze parallelo ai trasferimenti di potestà impositiva, e con imposte locali sostitutive e non aggiuntive alle imposte statali.
4. Vincolo costituzionale di pareggio del bilancio corrente, da attuarsi in tempi programmati con possibilità di ricorrere al deficit per spese di investimento nel limite del 3% del PIL previsto dal trattato di Maastricht.
5. Stato non più proprietario o gestore di imprese, ma soltanto regolatore dei mercati, per garantire la concorrenza, i diritti individuali dei cittadini, la tutela dell'ambiente, la piena autonomia di ogni attività imprenditoriale ed i diritti di proprietà.
6. Libera scelta tra sistemi pubblici e privati nel campo della sanità, della previdenza e dell'insegnamento, nel rispetto della garanzia costituzionale di accesso a servizi efficienti anche per i cittadini meno abbienti.
7. Scuola dell'obbligo gratuita e resa efficiente mediante la competizione tra pubblico e privato, un sistema universitario con concorrenza tra Atenei.
8. Patto fiscale con poche tasse, chiare e visibili, ma pagate da tutti, in corrispondenza di altrettante effettive garanzie di sicurezza, di diritto, e di qualità dei servizi.
9. Certezza delle regole, con poche leggi semplici, certe, rispettate, dotate di sanzioni, in base al principio liberale che tutto è lecito al cittadino, tranne ciò che è esplicitamente vietato dalla legge, e nulla può essere vietato dalla legge se non ciò che lede i diritti di altri cittadini.
10. Riforma dell'amministrazione giudiziaria, a partire dalla composizione e dal sistema di elezioni del CSM, per assicurare la certezza del diritto, tempi celeri per processi civili e penali, responsabilità civile dei giudici e distinzione delle carriere inquirente e giudicante.
Roma, 4 luglio 1995
Dario Antiseri, Giuseppe Are, Gianni Baget-Bozzo, Renato Brunetta, Beniamino Caravita, Dino Cofrancesco, Lucio Colletti, Raimondo Cubeddu, Luigi De Marchi, Giuliano Ferrara, Ottavio Lavaggi, Antonio Marzano, Nicola Matteucci, Piero Melograni, Carlo Mezzanotte, Marcello Pera, Gaetano Quaqliarello, Giorgio Rebuffa, Sergio Ricossa, Marco Taradash, Saverio Vertone.