Roma, 24 luglio 1995

Dichiarazione di Elio Vito, deputato Riformatori-Forza Italia:

"Domani mattina alla Camera l'onorevole Napolitano chiederà una proroga per la Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo (eppure, all'ordine del giorno dovrebbe esserci il testo Bogi che si è voluto votare ad ogni costo in Commissione la settimana scorsa).

Ma la Commissione ha mostrato con il suo operato in questi mesi quanto fossero motivate le critiche e le perplessità iniziali delle forze del Polo.

La Commissione speciale nacque con una contestata decisione della Presidente Pivetti, che volle costituirla senza il preventivo consenso dei Capigruppo e senza neppure iscrivere la relativa deliberazione all'ordine del giorno della Camera.

Successivamente, la Commissione ha dedicato la maggior parte delle proprie energie ad un lavoro assolutamente improprio ed estraneo rispetto ai suoi compiti istituzionali, per elaborare una leggina-stralcio che evitasse i referendum televisivi (con un testo che accoglieva integralmente la tesi, poi risultata perdente, dei sostenitori del SI). Ma la Commissione era stata istituita per varare una riforma complessiva del settore!

Dopo la vittoria dei NO ai referendum TV dell'11 giugno il Presidente Napolitano ed il relatore Bogi annunciarono solennemente che di quel voto occorreva tenere conto (del resto, D'Alema aveva appena dichiarato che nessuna legge in materia poteva essere varata senza il consenso del Polo!); Forza Italia e le altre forze del Polo furono così invitate a presentare proprie proposte sulla questione.

Peccato che tante buone intenzioni siano state clamorosamente smentite dai fatti: la Commissione ha adottato con i soli voti della sinistra e della Lega un testo base che contraddice la volontà popolare manifestatasi con il voto ai referendum televisivi, senza neanche prendere in considerazione le proposte di Forza Italia e del Polo!

Ma si è voluto votare ad ogni costo il testo Bogi solo per chiedere alla Camera un rinvio in Commissione del testo ed ottenere così una proroga dei poteri della Commissione speciale.

Ormai ce ne è abbastanza per dire definitivamente basta con la Commissione Napolitano e tornare alle Commissioni permanenti."