Roma 25 Luglio 1995
"Il decreto sugli esami di riparazione anticipa elementi di autonomia, e per questo rappresenta un passo avanti; ma insieme comporta il rischio di un ulteriore, grave degrado della scuola italiana.
Senza la "minaccia" degli esami di riparazione, e se non si creano davvero stimoli alternativi, perché mai gli studenti deboli in alcune materie, ma non tanto da rischiare la bocciatura a giugno, dovrebbero cercare di raggiungere la sufficienza anche dove presentano carenze? Insomma: senza aver prima predisposto e sperimentato misure alternative, è irresponsabile abolire gli esami di riparazione: tanto più lo si può dire alla luce dell'esperienza ampiamente negativa dei corsi di recupero compiuta quest'anno. Esiste, molto concreto, il pericolo di un calo complessivo della preparazione. Certo, il testo uscito dall'aula migliora molto la proposta originaria del governo: ma è tutto da verificare se, così fondati sull'autonomia delle scuole, i corsi raggiungeranno gli obiettivi.
La nostra proposta era: avviare, sperimentare le nuove attività di sostegno - ma intanto ristabilire gli esami di riparazione. Fra tre anni, sulla base dell'esperimento compiuto, decidere se abolire o no gli esami. Questa proposta prudente, di buon senso, seriamente riformatrice ma non avventurista a spese della scuola e degli studenti non è passata. Per senso di responsabilità, richiamando ognuno alle sue responsabilità, i deputati riformatori hanno votato contro."