DI MARCO PANNELLA
Roma, 25 Luglio 1995
"Voci sempre più autorevoli (quanto più spregevoli sono le notizie italiane tanto più sono autorevoli) danno per imminente, molto imminente, come ormai acquisito, il principio della decapitazione del TG2 e dell'offerta della testa di Clemente Mimun come capro espiatorio da immolare sull'altare della nuovamente trionfante opera di regime consociativo, di ammucciata partitocratica e democristiana-progressista-nazionale in corso di attuazione nella RAI-TV.
Il Centro d' Ascolto e documentazione documenta, com'è suo compito, a chi vuol conoscere prima di deliberare, l'involuzione informativa, e in particolare delle reti, nella direzione che denunciamo.
Si è prima agito con ipocrisia e malafede (si, Signora Presidente; si, anche se inconsapevoli signori Consiglieri) per consentire l'ultimo atto di normalizzazione, del quale le suddette "voci" da tempo ci danno l'annuncio. Ora si passerebbe ai fatti.
Mi auguro, invece, che di questa brutta storia non si parli più, e si lasci lavorare Mimun così come si fa con gli altri. L'indipendenza non deve esser necessariamente colpita come un peccato mortale, come una vergogna. Ancor che rischia di apparire come una vergogna per chi nutre di servilismo la propria "indipendenza".
Il Consiglio d'Amministrazione, ormai, non ha che una ventina di settimane di vita, secondo la legge. E' proprio necessario (e per l'avvenire di chi, e quale "avvenire") che lasci questa testimonianza di sé, che rischia di render vero a posteriori quel che la faziosità di tanti ha per mesi arbitrariamente attribuito a chi non aveva affatto (ancora?) mostrato di meritarlo?"
P.S. QUESTO PUBBLICO APPELLO, NEL CASO DI PERMANENZA DI MIMUN, NON PUO' NON CREARE NELLA TESTATA UN RIFLESSO PER ME E PER NOI NEGATIVO. MA SE PARIGI NON VALE UNA MESSA, UN TG NON VALE LA VILTA'".