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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 31 luglio 1995
Dichiarazione di Peppino Calderisi, deputato riformatore - Forza Italia.
ARTICOLO 138

Roma 29 Luglio 1995

"Le affermazioni del Presidente della Corte Costituzionale Baldassarre secondo cui l'articolo 138 "garantisce a sufficienza le minoranze da colpi di mano anche con il nuovo sistema maggioritario" fanno piazza pulita di tante polemiche strumentali.

Troppi agitano la questione dell'articolo 138 in modo strumentale, a scopo meramente dilatorio. Infatti non hanno alcuna intenzione di approvare l'innalzamento del quorum perché sanno benissimo che contro l'ingessatura della Costituzione verrebbe promosso il referendum costituzionale ai sensi del vigente articolo 138. Un referendum che si trasformerebbe, di fatto, in un referendum a favore o contro la riforma presidenziale.

Chi vuole ragionare davvero per una modifica da approvare all'inizio della prossima legislatura, in modo da accrescere ulteriormente le garanzie già esistenti, ha tre proposte come punti di riferimento:

a) l'abolizione del terzo comma dell'articolo 138 in modo da rendere sempre possibile la richiesta di referendum, anche in caso di approvazione della modifica della Costituzione con una maggioranza superiore ai 2/3 (come era stato proposto anche nella passata legislatura con l'atto Camera n. 2665);

b) la proposta governativa Berlusconi-Speroni-Maroni (atto Senato n. 783, presentata dopo l'accordo tra Lega e AN per una riforma presidenzialista e federalista) che prevede comunque il referendum sulle leggi di revisione organica della Costituzione approvate nel corso della legislatura;

c) la proposta già avanzata ai tempi del messaggio di Cossiga alle Camere e riproposta da Segni in questa legislatura con l'atto Camera n. 599, di prevedere che il referendum si svolga su due testi in alternativa, in modo da consentire alla minoranza parlamentare di sottoporre alla votazione popolare anche il proprio progetto di revisione costituzionale.

La proposta di assemblea costituente è assolutamente impraticabile. Così pure quella di una commissione costituente da istituire sulla base dei voti ottenuti nella quota proporzionale del 25 %. E' inaccettabile che la competizione proporzionale divenga la più importante e decisiva, per non parlare del rischio altissimo di avere maggioranze diverse nella commissione e nel Parlamento."

 
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