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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 2 agosto 1995
PANNELLA: ARIA FRITTA DA UNA PARTE E DALL'ALTRA. BERLUSCONI NON PUO' PRENDERSI E PRENDERCI IN GIRO: PRESIDENZIALISMO SIGNIFICA ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO E DELL'ESECUTIVO.
OCCORRE FAR FRONTE: PREPARARSI AI REFERENDUM, ALLE ELEZIONI, AL GOVERNO DEL PAESE, A FAR FRONTE ALLE RESPONSABILITA' INTERNAZIONALI.

Roma 2 Agosto 1995

"A Silvio Berlusconi, che sembra tenere a parlare anche a nome nostro, ma con idee e decisioni sue, non può prendere in giro nessuno: per sette volte ha sostanziato il suo richiamo al "sistema presidenziale" con l'obiettivo della "elezione diretta del governo" o "elezione diretta dei vertici dell'esecutivo", il che evoca piuttosto quanto richiesto da Segni e dai cespugli di destra e di sinistra, che l'elezione diretta del Capo dello Stato e dell'esecutivo, voluta dai "presidenzialisti".

Non dubitiamo di trovarci dinanzi all'illusione di una furbizia tattica, piuttosto che ad una scelta che nei contenuti nega quel che con le parole si dichiara di volere: il presidenzialismo.

Per il resto, aria fritta da una parte e dall'altra.

I diciotto quesiti referendari che stiamo rilanciando, da soli, indicano con centuplicata chiarezza che cosa voglia dire una scelta di Governo liberale, liberalista, libertaria, riformatrice.

Chiediamo un'ultima volta a Silvio Berlusconi di prendere posizione in proposito. Non siamo più disposti a subire il comportamento tenuto dal Polo e dintorni radiotelevisivi in occasione dell'ultimo voto referendario; comportamento irresponsabile, trasformistico, illiberale, pagato con alto costo politico dai Riformatori.

Prudenza impone di contare solamente, per ora, su noi stessi, sui militanti della democrazia, della nonviolenza, della libertà.

Non scoraggiamoci e torniamo a raddoppiare di impegno e di entusiasmo, per i referendum, per le elezioni, pr un Governo Riformatore.

u Sia pero' ben chiaro che, per noi, o si vota subito o occorre un Governo politico nuovo, pieno, con almeno un anno di vita.

Di insuccesso in insuccesso portarci a vivacchiare fino a primavera, per fare elezioni che contraddicano la responsabilità italiana nella guida dell'Unione Europea in un momento tragico e fondamentale della storia d'Europa e del mondo, è prospettiva troppo vile e meschina da potersi condividere.

 
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