La ricerca gentilmente effettuata da Rovasio, Cappato, Faccini e
Danzig nella parte in cui si riferisce ai dati dello Stato della
California raccolti nel 1988, risulta particolarmente interessante per
formulare alcune ipotesi sulla fattibilità nel nostro Stato di
pacchetti referendari contenenti un numero di volta in volta
modificabile di quesiti da sottoporre all'attenzione degli italiani.
Analizzando il dato economico, lo studio-stima riporta un costo medio
di 4 dollari pro-capite. Quello che però dovrebbe maggiormente
interessare è che la California ha un reddito pro capite superiore di
circa l'11 percento di quello di tutta la Confederazione e in soldoni,
negli Stati Uniti d'America, il reddito di una famiglia media nel 1978
veniva stimato intorno ai 16.000 dollari (più di 25 milioni di lire al
cambio attuale), con tendenza alla crescita.
Che la California sia leader nella promozione di referendum non è
dunque un dato tanto strano, anzi, quello che sarebbe interessante
conoscere, non è tanto su quali temi si può indire referendum,
piuttosto quanti e quali di quei 29 quesiti referendari proposti nel
1988 in California riguardavano i diritti civili.
Con questo voglio dire che presentare pacchetti referendari con un x
numero di quesiti non dovrebbe essere una scelta politica dettata
dalla propria ideologia (come spesso ci ricorda dai microfoni di radio
radicale Benedetto della Vedova), piuttosto una scelta politica
ponderata, valutando elementi statistici sulla situazione economica e
sociale del Paese, possibilità economiche del movimento come promotore
(sin da subito non a scoppio ritardato), disponibiltà di militanti e
quant'altro possa, in una analisi comparata, determinare l'esatto
numero di quesiti da proporre nell'ottica poi di raccogliere il
necessario numero di firme (non credo bastino 350.000 firme per dire
che il risultato è comunque apprezzabile). I temi a mio avviso, sono
tutti importanti (probabilmente anche quelli di Cuore, di Michele
Boselli e di altri), semplicemente evitare di impegolarsi in inutili
discussioni con gli avversari sul numero di referendum proposti è
compito dei promotori che, appunto dovrebbero valutare, alla luce di
dati certi, un adeguato numero di quesiti. In sintonia con il Paese e
senza strafare.
SLOGAN: Non solo proposte, anche risposte. (Contro lo sterminio delle
firme. Ok, Vittorio?).