Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 04 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Antonella - 8 agosto 1995
MOZIONE (non ancora depositata)

La Camera,

considerando che

gli ultimi sviluppi della guerra in ex-Jugoslavia più che mai sottolineano la necessità e l'urgenza di un ruolo nuovo della comunità internazionale in quelle vicende, volto a fondare la ricerca della pace su una prioritaria affermazione del diritto internazionale, dei diritti della persone e dei diritti delle comunità;

fondamentale può e deve essere in questo senso una ritrovata iniziativa e funzione dell' Unione Europea, che ha per parte sua un interesse vitale a una pace fondata sul diritto in quelle regioni,

anche da questo punto di vista è da lamentare il venir meno di fatto nella direzione degli affari dell'Unione Europea del ruolo della "troika" fra i tre paesi che si succedono nella presidenza dell'Unione, ruolo che tanto più occorrerebbe ristabilire nelle attuali circostanze, e attraverso il quale l'Italia potrebbe con maggior efficacia svolgere un proprio ruolo positivo

impegna il Governo

1) a operare perché, nelle forme possibili, sia promossa un'immediata adesione all'Unione Europea di tutti gli Stati dell'ex-Jugoslavia che, sul fondamento di inequivoche e tassative norme delle loro costituzioni, assicurino sia il rispetto, in base al diritto internazionale, dei confini delle repubbliche ex-iugoslave definiti nel 1991, sia la tutela dei diritti di ogni persona e di ogni popolazione o comunità, anche attraverso il riconoscimento di adeguati statuti di autonomia;

2) a opporsi in ogni sede e con tutti gli opportuni strumenti politici ai progetti e alle iniziative internazionali che tendano a realizzare una spartizione della ex-Jugoslavia fra una Grande Serbia e una Grande Croazia, disegni che - oltretutto - comporterebbero l'instaurazione di regimi quanto meno autoritari per garantire la conservazione di un simile assetto;

3) ad assumere le iniziative necessarie perché la comunità internazionale tenga fede agli impegni assunti, a partire da quello di assicurare davvero a Sarajievo sicurezza e libertà di comunicazioni;

4) a impegnarsi per far comprendere alle autorità della Repubblica di Bosnia-Erzegovina che le riforme costituzionali proposte in parlamento, implicanti gravi discriminazioni fra i cittadini su base religiosa o etnica, costituirebbero un ostacolo definitivo alla speranza di un ingresso della Bosnia-Erzegovina nell'Unione Europea;

4) a riprendere gli indirizzi e gli impegni assunti dai Governi Amato e Ciampi perché gli aiuti italiani ed europei in ex-Jugoslavia fossero volti anche a precostituire strumenti che possano aiutare i profughi di ogni etnia e cittadinanza ad esercitare il proprio diritto al ritorno nelle proprie case.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail