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Conferenza Movimento club Pannella
Faccini Liliana - 9 agosto 1995
(IL SEGUENTE ARTICOLO DI MARCO PANNELLA COMPARIRA' DOMANI SU "L'OPINIONE" - preghiera di citare, grazie.)

Roma, 9 Agosto 1995

SCOPRONO LA NATURA UMANA E LA LORO STORIA E NE FANNO TERRORISMO E DEMAGOGIA, NAUSEABONDI MIASMI NON TANTO DELLA REALTA' QUANTO DELLE COSCIENZE. AGGIUNGONO TRAGEDIA E TRAGENDIA. IERI SCHIAVI DEI TABU' CENSURAVANO, OGGI LI CAVALCANO PER "LE TIRATURE". FANNO D'OGNI ERBA UN FASCIO. PLAUDONO ALLA LIBERTA' DEI DIECI VOLTE ASSASSINI CONFESSI, METTONO A MORTE PECCATORI E MALATI MAGARI SOLAMENTE DI UN ATTIMO. COME PER L'ABORTO, E TROPPO D'ALTRO.

" I "mass media" italiani ( e non solamente italiani, certo!) sbattono ora in prima pagina, quotidianamente, mostri sessuali, padri e famiglie incestuosi, stupri, insanità varie. E ci si comincia, finalmente, a interrogare sul fenomeno. Vano sarebbe tornare a ripetere che dove vi sia strage di diritto, di legalità, o una legalità profondamente errata, la strage di persone, e di popolazioni, prima o poi, necessariamente segue. Che le violenze sessuali siano, per il nostro codice, "contro la morale" piuttosto che "contro la persona" ne è un esempio. Della cui responsabilità gli opposti estremismi in materia, tutti di natura sessuofobica, sono congiuntamente portatori.

La "cultura" italiana, quella dominante, sta passando dalla pudibonda censura per vari tabù altrimenti messi in pericolo, in quanto tali, al presente linciaggio ed alla esagitata e demagogica guerra contro i mostri, e le mostruosità. Facendo d'ogni erba un fascio. Già sei mesi fa, tra l'altro, suggerivo ad uno dei direttori di una rivista " liberal" di dedicare un fascicolo alla ricerca ed a un dibattito sulla realtà e la diffusione sociale e culturale dell'incesto e di altri reati "sessuali", sulla loro storia e sul loro radicamento sociale, indicando in una iniziativa del genere anche una forte valenza politica, e forse legislativa. Naturalmente non se n'è fatto nulla. Lo "scandalo", (parlo di quello del quale anche il vangelo, se non vedo errato, invoca necessità e opportunità) o è radicale, direi proprio del Partito radicale o della storia dei Riformatori, o non c'è. Gli altri, i "progressisti", vengono "dopo"; ma "prima" e "durante" sono puntualmente o fra i vili o fra i linciatori.

Allora, procediamo. Come, perché, quando, si diventa "mostri"? Un anno fa, all'incirca, leggemmo tutti di un magistrato piemontese incriminato e linciato per un rapporto omofilo sorto con un giovane handicappato affidato anche alla sua sorveglianza. Non ne abbiamo saputo più nulla. Era proprio impossibile - dai dati forniti sulla altissima moralità, sul lungo e generoso passato professionale,- sospettare che un abisso di bontà, di disponibilità umana si fosse manifestato, sollecitato dalla sete di dolcezza, di dialogo, di rapporti umani intensi ( e perciò drammatici) di un "giovane", "handicappato", "carcerato"? "Qui veut etre ange est bete", chi vuol essere angelo è bestia, ammoniva Pascal. Con il suo pessimismo giansenista e il suo realismo senza rive, e apparenti approdi.

Che mai, in questo paese, se non alcune individualità, con una eccezione alcuni anni fa, ha affrontato il problema della repressione sessuale cui si crocefigge l'handicappato, il "diverso" (storicamente non per "errore" della "natura", ma dell'organizzazione e della cultura sociali), ad ogni stadio della sua tragedia, della sua vita? E se è sempre "violenza", sempre "passiva" la vicenda "sessuale" che subisce, e la valutazione che può arrivare a darne chi li custodisce, li ama, con disperazione e sentimento di impotenza?

Chi mai, ancora, nel tabù dell'incesto, si è interrogato su quel che già sa perfettamente: non essere, sicuramente, effetto del perverso mondo cittadino ed urbano, capitalistico e consumistico, nel quale vivremmo? Chi mai ha sentito il dovere civile, umano, l'interesse scientifico non "riservato", di comprenderne la portata, le cause remote, antropologiche, ambientali, oltre generici populismi sterili e falsificatori? E chi mai, ancora, per passare ad altro ha avuto l'onestà intellettuale, la serietà e l'intelligenza di studiare davvero se - a parità di campione numerico - fra diecimila "frequentatori di discoteca" e diecimila coetanei (di oggi o di ieri) del "mondo contadino" o delle quiete città di province povere ma "oneste e dignitose" la percentuale degli "stupri" o presunti tali (eterosessuali o omosessuali che siano), sia diversa; e, se lo fosse, in che direzione? E quanti di questi, nei diversi luoghi, vengono poi conosciuti, denunciati?

E, ancora, siamo certi che gli infanticidi non siano enormemente diminuiti, così come gli aborti clandestini e ripetuti anzichè aumentati?

Per finire una notazione ed una denuncia: se qualcuno ha confessato di avere assassinato, per motivi terroristici o di mafia, magari decine di persone, non rischia nulla nelle carceri, trova dovizia di difensori, e - senza scandalo e protesta sociale, e dei "media" - se si "pente", torna ad esser libero. Se si è imputati e sospettati di aver compiuto anche solamente gesti pedofilici (con l'aggravante di rapporti intensi anche e non di natura sessuale o omosessuale), incestuosi, si rischia la vita in carcere, comunque, con suicidi o violenze; non si trovano facilmente, o affatto difensori; non si hanno perizie di parte, perché i mezzi non ci sono o non si trovano ma solamente burocratico-carcerarie...

Non c'è di che riflettere? Quanto questa società, "i comunicatori" sociali, esorcizzano ora in maniera diversa i propri demoni interiori, anche individuali? Ma dove sono i ""mostri", ancora una volta?

I tabù non diventano bombe nucleari, perché non consentono di cogliere alla radice, all'inizio, i segnali di insanità di malattia?

Non si tratta di riflessi "permissivisti" da parte nostra. Ma, all'opposto, di lottare anche con i "permissivismi" che sono l'altra faccia della medaglia della società, e delle comunicazioni, autoritarie e repressive.

Occorrono tolleranza e assunzione piena della tragedia umana, quando c'è, nella sua verità e nella sua interezza, senza illusorie fughe verso risposte banali e mostruose. Basta, già basta, dunque, con questo clima di tregenda, di caccia alle streghe, di turpi e truci diversivi dai problemi oggettivamente maggiori del nostro tempo e della nostra società.

 
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