E' vero, si tratta di un vecchio adagio ed ogni volta cambiano sia la montagna che Maometto.Possibile mai che questo popolo italico sia così diffidente nei confronti dell'unico istituto di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione? Il Referendum, e questo deve essere compreso da tutti, è l'unico strumento in mano alla gente comune per intervenire direttamente, senza il tramite dei suoi rappresententeed esprimere la propriaa volontà in relazione alle leggi dello Stato.E' sotto gli occhi di tutti l'inerzia del Parlamento italiano di fronte a tantissimi settori della nostra società ed è facile pensare che sia un fatto di cattiva volontà dei nostri parlamentari nei confronti del loro mandato.Personalmenrte penso che siano tali e tante le riforme che devono essere attuate rapidamente, da porre i nostri rappresentanti in seria difficoltà nel legiferare.Mettere d'accordo decine di Partiti politici al fine di rimettere in pista l'Italia verso un adeguamento ad uno standard europeo è un'impresa titanica.E' allora, cosa fare? La risposta è nella Costituzione.Il Cittadino ha la possibilita di aprire il dibattiti su di un tema che magari ammuffisce in qualche cassetto di questa o quella commissione parlamentare, proponendo un referendum;poi ci si discute sopra e si decide se votare no e conservate la vecchi legge (la Costituzione italiana prevede che il referendum popolare sia solo abrogativo), oppure votare si e d
are il via ad una riforma.Per presentare un referendum al vaglio della Corte di Cassazione occorre che 500.000 persone sottoscrivano la proposta. Sono una montagna di frirme!
In più di (8000 Comuni italiani sono stati allestiti dei punti di raccolta firme presso le Segreterie comunali, ma i cittadini questo non lo msanno.L'informazione non ha aiutato il Comitato promotore dei 18 referendum e quindi la montagna resta immobile.Stampa e televisioni hanno già deciso per noi con un gross "NO". Politici e giornalisti sono supini al mare e così,supinamente, osservano la deriva. Berlusconi è tutto intento, forse legato all'albero maestro del suo panfilo come un novello Ulisse,a resistere ai canti delle sirene buttiglioniane, e non può certo pensare all'epoca in cui si dichiarava referendario.Al Comitato promotore dei 18 referendum, come un Maometto del "2000, non resta che andare verso la montagna di firme sostituendosi alla stampa ed alle televisioni, spiegando alla gente in piazza le ragioni dei quesiti referendari e dando la sveglia ad una clesse politica incerta ed impelagata in mille rivoli di interessi che nulla hanno a che fare con quelli di un popolo che ambisce ad una crescita a
ll'interno di una società sempre più transnazionale.Occorre una grande mobilitazione ed occorre tornare nelle strade ad aiutare i cittadini che sempre più dimostrano di voler conoscere pe r deliberare.
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