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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Sergio - 28 agosto 1995
Roma, 27 agosto 1995

TESTO LETTO DA MARCO PANNELLA IL 27 AGOSTO 1995 POCHI MINUTI PRIMA DI ESSERE ARRESTATO A ROMA AL MERCATO DI PORTA PORTESE INSIEME AL GRUPPO DIRIGENTE DEL MOVIMENTO.

DICHIARAZIONE SOLENNE DEI MILITANTI IMPEGNATI NELLA AZIONE DIRETTA DEL 27 AGOSTO 1995.

"(...) COME PER LO STERMINIO PER FAME NEL MONDO DOBBIAMO OGGI, (...), DIVENIRE COME COLORO CHE SONO COSTRETTI A DELINQUERE, A SOFFIRE, A MORIRE, PERCHE' LO SCANDALO DI LEGGI E DI GIUSTIZIE INGIUSTE VENGA SUPERATO, VENGA CORRETTO L'ERRORE POLITICO E TOLTO ALLA CRIMINALITA' L'IMMENSO POTERE CHE LE SI CONFERISCE".

"Sciagurato è questo paese dove per spartire il pane della verità e della conoscenza è necessario - e non sufficiente - a cittadini democratici e nonviolenti continuare ad affrontare processi, ingiurie, menzogne, arresti, digiuni della fame e della sete, a vedere la propria immagine stravolta e negata, a constatare che il proprio popolo è costretto all'ignoranza ed all'irresponsabilità.

Abbiamo dovuto combattere lo sterminio per fame nel mondo divenendo come coloro che la politica e la cultura dominanti riducevano a scheletri, perché parlassero almeno le immagini, poiché erano soffocate le parole, le proposte, le azioni, le idee, le forze organizzate. Dobbiamo oggi, per gli stessi motivi, divenire come coloro che sono costretti a delinquere, a soffrire, a morire, perché lo scandalo di leggi e di giustizie ingiuste venga superato e venga corretto l'errore politico e tolto alla criminalità l'immenso potere che le si conferisce.

Cultura e politica dominanti: vecchie, quanto vecchi e putridi continuano ad asserne i "maitres à penser", gli editorialisti-principi, gli eroi quotidiani dell'informazione, putrida e vecchia quanto loro. Il "nuovo" è, per antonomasia, l'opposto del vecchio, o non è tale. Noi diamo corpo alle esigenze più limpide, più ragionevoli, più urgenti di riforme, di giustizia, di libertà, di affermazione dei diritti e di assolvimento dei doveri.

All'Italia è tolta sempre più, perfino rispetto a ieri, la possibilità di conoscere attraverso il contraddittorio democratico per poi scegliere responsabilmente e democraticamente.

E' negata l'informazione sui 18 referendum. E' negata l'informazione sul flagello, sulle cause, sulle conseguenze più definitive strutturali, sulle repressioni stolte, sulle dimissioni civili e morali di Governi, di Parlamenti, di etnie faziose scambiate per forze politiche democratiche e civili. Sia esso il flagello delle droghe "proibite" (cioè imposte, valorizzate, rese invincibili), sia quello nell'ex Jugoslavia.

Abbiamo ieri diffuso in tutte le redazioni, inviato a tutti i principali dignitari di questa Repubblica partitocratica, corrotta e corruttrice più di ieri, con i ladri sul pulpito al prezzo della scomunica dei loro complici più deboli, una decina di pagine di documentazione sul significato della nostra azione, sui suoi obiettivi, sulle sue ragioni.

Hanno preferito farsi trombetta di qualche frase pronunciata da uno dei soliti potenti, avente per oggetto la desolante e vuota rappresentazione partitocratica, senza alcun richiamo a concreti problemi ed a concrete assunzione di responsabilità.

Confessiamo d'aver sperato che vi fosse, in Italia, un Presidente della Repubblica garante dei diritti costituzionali e del diritto, più che delle "par condicio" grottescamente imposte dai più violenti cacciatori di verità e di conoscenza.

Questa speranza è andata finora delusa. I nonviolenti, i liberali, i democratici sono inermi e soli, con la loro cultura.

Il potere ha i suoi senatori a vita, noi abbiamo i nostri giovani condannati a morte, e con essi il diritto, la ragionevolezza, il paese. Noi siamo pronti ad andare in galera, ad essere condannati dal potere e dalla stessa gente ingannata; oggi o domani.

Ma chi sia consapevole, se noi o loro, la loro stessa coscienza lo sa bene. E, per questo, non possono che essere ladri di verità, e antidemocratici feroci.

Noi ci appelliamo alla coscienza degli inermi, ai poveri che sanno fare della loro povertà una ricchezza. E' questo il cammino nostro, armati di nonviolenza, di libertà, di democrazia.

Che ci si aiuti!".

 
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